Salvo sorprese dell’ultima ora, l’Arabia Saudita organizzerà la Coppa del Mondo del 2034. Una scelta, quella del territorio saudita che metterebbe ancora una volta sotto scacco la FIFA chiamata a scegliere fra il business e un calendario sempre più fitto in cui è praticamente impossibile trovare finestre.
Il Qatar insegna. Un Mondiale in Arabia Saudita, complici le temperature impraticabili per giocare un campionato del mondo in estate, obbligherebbe il massimo ente internazionale a bissare quanto accaduto lo scorso anno, ovvero programmare un calendario spezzettato con uno stop in procinto di fine anno. Ciò si tradurrebbe in una ulteriore compressione di appuntamenti nazionali e internazionali già vicinissimi gli uni con gli altri. Uno stravolgimento che si ripercuoterebbe su due stagioni: quella antecedente e quella post mondiale, trasformando l’anno della competizione in una maratona e il successivo in un difficoltoso ritorno alla normalità. Inevitabile mettere dunque in conto le critiche per un calendario sempre più saturo.
Riportare il Mondiale a metà stagione non è piaciuto nel 2022 ma il potenziale organizzatore è un potentato che ha già dimostrato di avere infinite possibilità economiche. Non a caso, nel quasi totale immobilismo di chi è chiamato a vigilare, (senza aprire la parentesi legata a un paese che ha diversi aspetti discutibili legati ai diritti umani e a quelli di genere che meriterebbe un discorso a parte) l’Arabia Saudita ha già fatto il primo passo ufficiale per organizzare il campionato del mondo ufficializzando, praticamente senza concorrenti, la propria candidatura inviando una lettera di intenti alla FIFA per ospitare i Mondiali del 2034 . Il principe ereditario e sovrano de facto del paese Mohamed bin Salman ha annunciato l’intento nello stesso giorno in cui si è saputo che Spagna Portogallo e Marocco sarebbero stati i tre paesi ospitanti dei Mondiali del 2030.
L’intenzione dell’Arabia Saudita di candidarsi per la Coppa del Mondo del 2034 riflette gli obiettivi di un paese che si è mosso pesantemente per offrire sin da subito e con largo anticipo rispetto al 2034 l’impegno a sostenere la crescita del gioco del calcio. Il progetto si inserisce nella trasformazione sociale ed economica dell’Arabia Saudita, nell’ambito del progetto Vision 2030. In questo senso l’idea è, o sarebbe, una sorta di invito al mondo a testimoniare lo sviluppo dell’Arabia Saudita, sperimentare la sua cultura e diventare parte della sua storia. La sensazione è che centreranno l’obiettivo, perlomeno quello di organizzare il mondiale. Mohamed bin Salman, ha già, conti alla mano, almeno 70 federazioni che hanno pubblicamente promesso il loro sostegno al Regno dell’Arabia Saudita. Quanto basta per non lasciare spazio ad altri candidati. Dunque, meglio prepararsi all’idea, con largo anticipo, di un mondiale in pieno inverno.
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