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Mistero nell’atlantico: svedese disperso e ritiri clamorosi al jules verne

L’oceano Atlantico, noto per la sua bellezza ma anche per la sua implacabilità, ha mostrato ancora una volta il suo volto più crudele. Mentre i partecipanti alla Vendée Globe, una delle regate più prestigiose del mondo, continuano la loro avventura con successo, l’Atlantic Rally Cruisers (ARC) ha vissuto momenti drammatici, culminati nella scomparsa del velista svedese Dag Eresund. A bordo del VOR 65 austriaco Ocean Breeze, Eresund è stato inghiottito dalle acque, nonostante indossasse il giubbotto di salvataggio, un’attrezzatura fondamentale per la navigazione sicura. Le circostanze esatte della sua scomparsa rimangono avvolte nel mistero, ma i venti forti e le onde alte hanno certamente contribuito a creare una situazione estremamente pericolosa.

Il rally, che ha visto la partecipazione di 142 equipaggi in partenza dalle Canarie verso St. Lucia, ha dovuto affrontare condizioni meteo avverse, con alisei che soffiavano a 30 nodi e un mare formato che ha messo a dura prova le barche. Questo evento, che rappresenta una sorta di raduno regata, ha portato i partecipanti a confrontarsi non solo con i propri limiti, ma anche con la potenza della natura. La scomparsa di Eresund è un tragico promemoria dei rischi che i velisti affrontano in mare aperto.

eventi drammatici al trofeo jules verne

Non solo l’ARC ha visto eventi drammatici, ma anche il prestigioso Trofeo Jules Verne ha subito colpi duri. Questa competizione, ispirata al romanzo “Il giro del mondo in ottanta giorni” di Jules Verne, premia il team che riesce a circumnavigare il globo nel minor tempo possibile, in equipaggio e senza scali. I due maxi-trimarani, SVR-Lazartigue e Sodebo, che avevano preso il via da Ouessant, sulla costa della Bretagna, il 3 dicembre, hanno entrambi annunciato il loro ritiro a poche ore di distanza l’uno dall’altro, evidenziando quanto possa essere imprevedibile e spietato il mare.

la storia del trofeo jules verne

La storia del Trofeo Jules Verne è costellata di imprese straordinarie. Sin dalla sua creazione nel 1990, i tempi di percorrenza sono stati continuamente migliorati, portando a un abbassamento quasi incredibile del record. Solo nel 2017, il maxi-trimarano Idec Sport di Francis Joyon ha completato il viaggio in un tempo sorprendente di 40 giorni, 23 ore e 20 minuti, stabilendo un nuovo standard di velocità con una media di 26,9 nodi. Tuttavia, nonostante i progressi tecnologici e l’esperienza degli equipaggi, il Trofeo rimane una sfida estrema, con solo nove equipaggi che sono riusciti a completare la gara in oltre trent’anni.

innovazione e sfide in mare

SVR-Lazartigue, lungo 32 metri, e Sodebo, simile nel design ma con alcune modifiche, sono esempi straordinari di innovazione nella nautica. Il primo, con un albero che raggiunge quasi i 36 metri, è stato progettato per dominare le onde grazie ai suoi foil, che permettono di “volare” sull’acqua. Nonostante ciò, il team SVR-Lazartigue ha segnalato un impatto misterioso mentre navigava a 30 nodi, a circa 500 miglia dalle Azzorre. Il danno subito al foil di dritta ha costretto l’equipaggio a ritirarsi e tornare a Concarneau, un vero peccato considerando che, dopo solo tre giorni di navigazione, erano già stati in grado di guadagnare terreno sul record di Idec Sport.

A poche ore di distanza, anche Sodebo è stata costretta a ritirarsi a causa della perdita del timone centrale, probabilmente per un problema meccanico o un impatto simile. Entrambi gli equipaggi hanno mostrato grande determinazione, promettendo di tornare in mare a fine gennaio per tentare di abbattere il record attuale, con l’obiettivo di scendere sotto il muro dei 40 giorni.

Questa stagione ha messo in evidenza non solo il fascino della navigazione, ma anche i pericoli intrinseci a questo sport. Mentre i velisti si preparano a tornare in mare, l’Atlantico continuerà a essere un palcoscenico di sfide e avventure, dove la bravura e la determinazione si scontrano con la forza della natura. La comunità velica si unisce nel ricordo di Dag Eresund e nel sostegno agli equipaggi che affrontano questi oceani insidiosi, dimostrando che, nonostante le avversità, l’amore per il mare e la competizione resteranno sempre vivi.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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Luca Baldini

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