Mistero nell’atlantico: il svedese eresund scomparso e ritiri clamorosi al jules verne

L’oceano Atlantico, con la sua bellezza mozzafiato e le insidie nascoste, si è confermato nuovamente un ambiente estremamente pericoloso per i velisti. Mentre la Vendée Globe continua a procedere senza gravi incidenti, la situazione per i 142 equipaggi della Atlantic Rally for Cruisers (ARC), una delle più celebri regate che partono dalle Canarie per giungere a St. Lucia, ha preso una piega drammatica. Le condizioni meteo avverse, con venti alisei che soffiavano a oltre 30 nodi e mare formato, hanno messo a dura prova anche i velisti più esperti.

la tragica scomparsa di un velista

Tra le notizie più tragiche di questa edizione dell’ARC c’è la scomparsa in mare di Dag Eresund, un velista svedese di 33 anni. Si trovava a bordo del VOR 65 austriaco Ocean Breeze e, nonostante indossasse un giubbotto di salvataggio, è scomparso senza lasciare traccia. Le circostanze esatte del suo incidente rimangono poco chiare, ma la comunità velica è in lutto per questa perdita. La sua scomparsa mette in evidenza i rischi intrinseci che i velisti affrontano quando si avventurano in oceano aperto, dove la forza della natura può rivelarsi implacabile.

ritiri al trofeo jules verne

In un contesto altrettanto drammatico, il Trofeo Jules Verne, che rappresenta una delle sfide più prestigiose nella vela oceanica, ha visto il ritiro di due maxi-trimarani: SVR-Lazartigue e Sodebo. Entrambi i catamarani, partiti a sole due ore di distanza da Ouessant, sulla costa della Bretagna, hanno dovuto abbandonare la competizione il 3 dicembre. La notizia dei loro ritiri è giunta a poche ore di distanza l’uno dall’altro, segno di quanto le condizioni di navigazione possano rapidamente deteriorarsi.

Il Jules Verne Trophy, ispirato al celebre romanzo di Jules Verne, premia il team che completa il giro del mondo in equipaggio e senza scalo nel minor tempo possibile. La competizione non ha una data di partenza fissa e accoglie imbarcazioni di ogni tipo, rendendola un evento aperto e variegato. Da quando è stata ideata nel 1990, le prestazioni sono migliorate drasticamente, con i tempi di percorrenza che si sono quasi dimezzati.

le impressionanti prestazioni dei maxi-trimarani

Le dimensioni e le prestazioni dei maxi-trimarani partecipanti sono impressionanti. SVR-Lazartigue, lungo 32 metri e largo 23, ha una superficie di contatto con l’acqua pari a quella di tre campi da tennis affiancati. Il suo albero di 36 metri è in grado di sostenere vele imponenti, mentre l’equipaggio, guidato dall’esperto Francois Gabart, ha cercato di rompere il record di Idec Sport. Gabart è noto per aver stabilito il record del giro del mondo in solitario nel 2017, un’impresa che ha segnato un punto di riferimento nella vela oceanica.

Dopo aver navigato per tre giorni in condizioni di vento sostenuto, SVR-Lazartigue ha segnalato un impatto misterioso mentre si trovava a circa 500 miglia dalle Azzorre, costringendo l’equipaggio a ritirarsi e tornare al porto di Concarneau. Una perdita significativa, considerando che il trimarano era in corsa per battere il record. Con una velocità sostenuta che ha toccato quasi i 50 nodi, il ritiro ha lasciato una sensazione di opportunità mancata.

Poche ore dopo, Sodebo ha subito un colpo simile, perdendo il timone centrale, probabilmente a causa di un problema meccanico o di un impatto con un oggetto in mare. Anche in questo caso, l’equipaggio ha scelto di tornare a Lorient, in Francia, interrompendo così la loro corsa verso il record.

Nonostante queste battute d’arresto, entrambi i team sono determinati a non mollare. Si prevede che, a fine gennaio, SVR-Lazartigue e Sodebo tornino in mare per tentare di superare il primato di Idec, con l’obiettivo di scendere sotto il muro dei 40 giorni. Quest’epica sfida non è solo un test di abilità e resistenza, ma anche un tributo alla passione e alla dedizione di chi si avventura nell’immensità degli oceani.

L’Atlantico, un mare di opportunità e insidie, continua a scrivere storie di trionfo e tragedia. Le avventure di questi velisti, le loro sfide e le loro perdite, ci ricordano che la vela è molto più di una semplice competizione: è una manifestazione di coraggio, spirito e rispetto per la vastità dell’oceano.

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