La storia dei gemelli Thompson, Amen e Ausar, è quella di due giovani promesse che, dopo essere state selezionate rispettivamente con la quarta e la quinta chiamata nel Draft NBA 2023, sembravano destinate a un futuro luminoso. I due fratelli hanno catturato l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori grazie al loro percorso non convenzionale verso la NBA, rinunciando all’ultimo anno di liceo ed evitando il tradizionale passaggio attraverso il college per unirsi alla lega Overtime Elite, dedicata a giovani cestisti tra i 16 e i 20 anni. Questo percorso ha attirato l’interesse di investitori di alto profilo come Jeff Bezos, Drake e Kevin Durant, contribuendo ad accrescere l’aura di aspettativa attorno ai gemelli.
Tuttavia, la seconda stagione NBA dei Thompson non è iniziata come molti speravano. Ausar, selezionato dai Detroit Pistons, è stato messo fuori gioco da un problema di salute serio: la presenza di coaguli di sangue. Questo problema non solo ha fermato la sua crescita sul campo, ma ha anche sollevato preoccupazioni sulla sua salute a lungo termine. La diagnosi è arrivata a marzo, e da allora Ausar è stato costretto a fermarsi, in attesa del nulla osta medico per tornare a giocare. Durante la sua stagione da rookie, aveva mostrato delle potenzialità con una media di 8.8 punti e 6.4 rimbalzi a partita, nonostante una scarsa percentuale di tiro da tre punti. Il suo ritorno è incerto, con i Pistons che non possono fare altro che attendere le decisioni dei medici e della lega.
Dall’altra parte, Amen sta affrontando una diversa serie di sfide con gli Houston Rockets. Nonostante un promettente inizio nella sua stagione da rookie, Amen si trova ora a dover competere per minuti di gioco in una squadra che vanta una folta schiera di giovani talenti. Con Jalen Green e altri promettenti esterni come Reed Sheppard e Cam Whitmore, la concorrenza è agguerrita. Inoltre, il veterano Fred Van Vleet gestisce il gioco dei Rockets, limitando ulteriormente le opportunità di Amen di mettersi in mostra come regista. Le sue statistiche sono in calo rispetto alla stagione precedente, con una media di 7.5 punti e 4.3 rimbalzi per partita, e una percentuale di tiro dal campo diminuita. Tuttavia, le sue capacità atletiche restano innegabili e potrebbero ancora fare la differenza.
L’attesa attorno ai Thompson era elevata, non solo per il loro status di gemelli, ma anche perché erano visti come possibili antagonisti al fenomeno Victor Wembanyama, scelto per primo dai San Antonio Spurs nello stesso Draft. La narrativa li voleva pronti a rubare la scena al giovane francese, ma la realtà si è rivelata più complessa e meno romantica di quanto ci si aspettasse.
Resta il fatto che i Thompson hanno solo 22 anni e il tempo è dalla loro parte. La loro storia non è diversa da quella di molti altri giovani talenti che hanno dovuto affrontare difficoltà nei primi anni di carriera. Le aspettative erano alte, forse troppo, e la pressione di dover dimostrare tutto e subito ha giocato un ruolo importante nel modo in cui sono stati percepiti. Tuttavia, nel mondo della NBA, le carriere possono essere lunghe e piene di sorprese. La loro scelta di saltare il college per entrare direttamente nel mondo professionistico tramite Overtime Elite è stata vista da alcuni come una mossa avventata, ma potrebbe rivelarsi un passo audace e lungimirante nel tempo.
In definitiva, la storia dei gemelli Thompson è ancora tutta da scrivere. La loro capacità di adattarsi, superare le avversità e sfruttare le loro indiscusse doti atletiche sarà cruciale per il loro successo futuro. Per ora, è solo una questione di attesa e speranza che possano tornare a brillare come promesso all’inizio della loro avventura nel mondo della pallacanestro professionistica.
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