La recente decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha avuto un impatto significativo sul Barcellona, che si trova ad affrontare un ostacolo importante nel tentativo di stabilizzare i propri conti, già in condizioni critiche. Questa problematica non riguarda solo il club catalano, ma potrebbe presto coinvolgere altri importanti club europei, come il Chelsea, che hanno cercato di inserire nei loro bilanci cifre proibite secondo le regole del fair play finanziario dell’Uefa.
Il Barcellona, trovandosi in una difficile situazione economica, ha venduto i diritti televisivi futuri per venticinque anni, incassando quasi 650 milioni di euro. Inoltre, ha ceduto altri asset, come gli studi televisivi, per più di 200 milioni, raggiungendo un totale di quasi 850 milioni di euro. Questa mossa ha rappresentato una boccata d’aria fresca per le casse del club, ma ha anche comportato rischi considerevoli. La gestione finanziaria creativa del Barcellona ha portato all’inserimento di circa 200 milioni di euro nel bilancio del 2022, una decisione che l’Uefa ha contestato in base alle regole del fair play finanziario.
Nonostante il ricorso presentato al TAS, la risposta è stata negativa: quei milioni non potevano essere inclusi nel bilancio, e la multa di 500mila euro è stata confermata. Di conseguenza, il Barcellona dovrà affrontare la sfida di rivedere il bilancio del 2023 per contabilizzare i rimanenti 650 milioni di euro. Questa situazione potrebbe influenzare anche la posizione del club catalano riguardo alla Superlega, considerando che è l’unico, insieme al Real Madrid, a sostenere ancora questa controversa iniziativa.
La sentenza del TAS non riguarda solo il Barcellona, ma stabilisce un principio che impatta tutti i club europei. Secondo il giudizio, non è consentito vendere o liquidare asset per sistemare i bilanci. Questa decisione mette in difficoltà club come il Chelsea e il Lione, che avevano tentato di vendere alberghi e sezioni di calcio femminile per risolvere le loro problematiche finanziarie. Il messaggio è chiaro: si devono trovare soluzioni alternative per rispettare le regole del fair play finanziario.
Questo momento è cruciale per il nuovo regolamento del fair play finanziario, che permette un deficit massimo di 60 milioni di euro, a condizione che sia coperto da iniezioni di capitale, e limita le spese al 70% del fatturato, sebbene ancora all’80% in questo ciclo. Gli oltre 230 club impegnati nelle competizioni europee hanno recentemente comunicato i loro bilanci per il 2024 all’Uefa. Nei prossimi mesi, l’Uefa esaminerà questi bilanci e prenderà decisioni sulle eventuali sanzioni, che possono essere di natura economica o sportiva.
Per quanto riguarda i club italiani, la situazione è generalmente positiva. Il Milan ha completato un percorso virtuoso di risanamento, l’Inter ha sistemato i propri conti grazie all’accordo con Oaktree, e stanno bene anche Atalanta, Lazio e Bologna. Tuttavia, due club soffrono ancora: la Juventus e la Roma. La Juventus, a causa del caso plusvalenze, ha perso il settlement agreement e ha iniziato un nuovo regime con un passivo significativo, ma ha promesso di ristabilire i conti entro il 2025. La Roma, invece, è in settlement e deve far fronte a un debito considerevole. Se questi club non riusciranno a rispettare le scadenze e i parametri stabiliti, potrebbero affrontare gravi problemi in futuro.
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