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Milano-Cortina: tra conflitti e sabotaggi, la pista da bob resta un campo di battaglia

La storica pista da bob intitolata a Eugenio Monti, inaugurata nel 1956 per le prime Olimpiadi invernali italiane, si trova ora al centro di una serie di conflitti e difficoltà che minacciano la preparazione delle Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina. A oltre sessant’anni dalla sua apertura, il tracciato è diventato un simbolo di polemiche e preoccupazioni crescenti per il futuro delle competizioni di bob, slittino e skeleton, che dovrebbero svolgersi nella conca ampezzana. La situazione si complica ulteriormente a causa di atti di sabotaggio, creando un clima di incertezza e tensione.

Le controversie sulla nuova pista

Sin dall’inizio, la scelta di Cortina come sede del nuovo sliding centre ha generato dibattiti. Le principali preoccupazioni riguardano:

  1. Impatto ambientale: Le conseguenze ecologiche della costruzione sono state oggetto di accesi dibattiti.
  2. Costi elevati: Le stime per la realizzazione della nuova pista si aggirano tra i 60 e gli 80 milioni di euro.
  3. Asta deserta: L’asta per la costruzione della nuova pista, andata deserta lo scorso luglio, ha rappresentato un duro colpo per il comitato organizzatore.

Questa situazione di stallo ha portato a considerare alternative, come Lake Placid, come sede delle gare.

Rivalità politica e alternative

Le tensioni politiche hanno ulteriormente complicato le cose. Da un lato, il Piemonte ha proposto la pista di Cesana, già utilizzata durante le Olimpiadi di Torino 2006, ma che richiederebbe significativi lavori di ristrutturazione. Dall’altro lato, il Veneto ha mantenuto una posizione ferma sulla scelta di Cortina, alimentando una rivalità regionale che ha ostacolato il processo decisionale.

La situazione è diventata così critica che, a settembre, Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha dovuto ammettere che il progetto rischiava di essere annullato. Questo ha spinto il comitato organizzatore a esplorare alternative pronte, come St. Moritz e Innsbruck, per ospitare le gare senza le complessità burocratiche italiane.

Ritorno alla speranza e nuovi sviluppi

Nel dicembre 2023, il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha riacceso le speranze per il progetto di Cortina, affermando che l’intervento del Ministero non avrebbe comportato costi aggiuntivi per i cittadini italiani. Questa dichiarazione ha riattivato il dibattito pubblico, con critiche che definivano il progetto un “pasticcio” e una “telenovela”. Il ministero ha quindi pubblicato un nuovo bando di gara di quasi 82 milioni di euro, al quale ha risposto il gruppo parmense Pizzarotti, presentando un progetto “light” per la pista, studiato per ridurre costi e tempi di costruzione.

Con l’accordo firmato all’inizio di febbraio, i lavori sono finalmente iniziati, ma il clima di tensione è rimasto palpabile. Le minacce contro il sindaco di Cortina e i ricorsi al TAR da parte di gruppi di opposizione hanno evidenziato l’atmosfera di conflitto. Il CIO ha iniziato a effettuare sopralluoghi mensili al cantiere, monitorando il progresso e imponendo la necessità di un “piano B” in caso di ulteriori ritardi o complicazioni.

Nonostante i progressi, il recente sabotaggio al cantiere ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e la fattibilità del progetto. Gli atti di sabotaggio non solo evidenziano la vulnerabilità dell’iniziativa, ma anche il livello di opposizione che il progetto affronta. Le autorità locali e il comitato organizzatore sono ora sotto pressione per garantire che la pista venga completata in tempo, con il collaudo ufficiale previsto per febbraio-marzo 2025, un traguardo che si avvicina rapidamente.

La preparazione delle Olimpiadi invernali del 2026 è stata segnata da continui ostacoli e controversie. La speranza è che, nonostante le difficoltà, il nuovo sliding centre di Cortina possa finalmente prendere forma e diventare un’eredità duratura per le future generazioni di atleti. Tuttavia, il cammino da percorrere è ancora lungo e irto di sfide, mentre il mondo dello sport attende con ansia di vedere se la pista da bob potrà davvero essere completata in tempo per le Olimpiadi, o se le competizioni dovranno essere spostate altrove, segnando una sconfitta per il movimento sportivo italiano.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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