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Milan in Crisi: La Difesa Affonda e la Situazione Si Aggrava

La situazione difensiva del Milan è diventata un tema di discussione acceso tra i tifosi e gli esperti di calcio. Dopo un pareggio tumultuoso contro il Cagliari, conclusosi con un 3-3, la frustrazione è palpabile. La squadra di Paulo Fonseca ha mostrato ancora una volta le sue vulnerabilità, soprattutto nella fase difensiva, che hanno compromesso la possibilità di portare a casa tre punti fondamentali.

Errori evidenti in difesa

Nell’azione che ha portato al gol del pareggio di Zappa, avvenuta a pochi minuti dalla fine, si sono evidenziati errori di posizionamento e comunicazione tra i difensori. Nonostante il Milan stesse difendendo con un assetto 5-4-1, il Cagliari ha trovato ampi spazi per attaccare, approfittando di una difesa che sembrava poco reattiva. Musah ha fallito l’intervento sul cross di Augello, e la conseguente superiorità numerica in area ha creato una situazione di grave pericolo. La mancanza di aggressività è stata un tema ricorrente nelle dichiarazioni di Fonseca: “Abbiamo perso il 69% dei duelli aerei, quando succede è difficile vincere”.

Fragilità difensiva e statistiche preoccupanti

Il secondo gol subito, un errore di Fofana che ha messo Zappa in una posizione favorevole per segnare, ha messo in evidenza la fragilità difensiva del Milan. La squadra ha concesso troppi gol evitabili, rendendo la fase difensiva un problema strutturale piuttosto che episodico. Con 20 gol subiti in 15 partite, il Milan si trova attualmente con la settima difesa del campionato, un dato allarmante considerando le ambizioni di una squadra che punta a contendere le prime posizioni della classifica.

Il centrocampo e il suo impatto sulla difesa

Il centrocampo del Milan non contribuisce in modo efficace a coprire la difesa. La maggior parte dei centrocampisti, come Reijnders, Musah e Loftus-Cheek, sono giocatori più propensi a costruire gioco piuttosto che a difendere. Questo sbilanciamento rende il Milan vulnerabile alle ripartenze e agli attacchi avversari. Mentre Pioli aveva adottato un approccio offensivo, Fonseca sembra essere alla ricerca di un equilibrio che al momento sembra lontano dall’essere raggiunto.

Atteggiamento e concentrazione dei giocatori

Inoltre, l’atteggiamento di alcuni giocatori è stato messo in discussione. La mancanza di concentrazione e la disattenzione difensiva sono diventate un problema ricorrente. Giocatori come Theo Hernandez, Leao e Okafor hanno mostrato segnali di indolenza, con errori gravi che si sono accumulati dall’inizio della stagione. La coppia centrale di difesa, composta da Thiaw, Tomori e Pavlovic, ha faticato a mantenere la posizione e a fare le scelte giuste nel momento cruciale.

Il ritorno di Matteo Gabbia

Un segnale positivo per Fonseca è il ritorno di Matteo Gabbia, il difensore che sembra essere il più affidabile del gruppo. Sebbene non sia un grande nome come Baresi o Nesta, Gabbia ha dimostrato di avere una buona lettura delle situazioni e di poter fornire quella solidità che il Milan tanto necessita. Le statistiche parlano chiaro: nelle quattro partite in cui Gabbia è stato titolare, il Milan ha subito solo tre gol, un dato nettamente sotto la media attuale.

Necessità di un cambiamento mentale

Tuttavia, il ritorno di Gabbia non risolverà tutti i problemi. È necessario un lavoro profondo sulla mentalità della squadra. Il Milan deve imparare a chiudersi meglio, soprattutto in situazioni di pressione. Un esempio emblematico è la difficoltà nel difendere il secondo palo, che ha portato a numerosi gol subiti da cross provenienti dalla sinistra. Inoltre, la squadra ha mostrato di concedere gol nei primi cinque minuti di gioco in molte partite, un altro segnale di disattenzione che deve essere affrontato.

Pertanto, i tifosi rossoneri possono solo sperare che, dopo la sosta, il Milan possa finalmente trovare un equilibrio e una solidità difensiva che al momento sembrano essere una chimera. La prossima partita contro la Juventus sarà un banco di prova fondamentale per capire se la squadra riuscirà a correggere i propri difetti e a tornare a lottare per posizioni di vertice in classifica.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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