Undici punti di distacco dalla vetta della classifica non sono pochi. Eppure, mentre il campionato è ancora lungo e il Milan ha una partita da recuperare, il divario è evidente e fa sorgere domande sullo stato della squadra. Questo Milan sembra un ritorno al passato, un déjà-vu di tempi meno gloriosi, riportando alla memoria le stagioni sotto Montella, Gattuso e Giampaolo. Se analizziamo i numeri, la situazione attuale appare come un passo indietro rispetto agli anni recenti sotto la guida di Stefano Pioli.
Le prestazioni recenti del Milan offrono un quadro complesso: la squadra ha perso tre delle ultime cinque partite e cinque su dodici in totale. Nonostante queste statistiche poco rassicuranti, non si parla di crisi. Piuttosto, si potrebbe descrivere il momento come un periodo di transizione, con la squadra che cerca di trovare una nuova identità sotto la guida di Paulo Fonseca. Il tecnico portoghese è arrivato con idee chiare: vuole un Milan che giochi un calcio di possesso, che lotti e si aiuti, sfruttando il talento offensivo dei suoi giocatori per vincere le partite.
Problemi in difesa: ci sono problemi evidenti. La difesa è una delle principali preoccupazioni. La coppia centrale, orfana di un Matteo Gabbia spesso infortunato, non offre le garanzie necessarie. Troppo spesso si vedono errori individuali e di reparto che costano punti preziosi. L’episodio del gol di Lukaku contro il Napoli ne è un chiaro esempio: una serie di errori concatenati che hanno permesso all’attaccante belga di segnare. Questo è solo uno degli episodi che evidenziano la fragilità difensiva del Milan attuale.
Segnali positivi: nonostante ciò, ci sono segnali positivi. La prestazione contro il Napoli ha mostrato un Milan che, seppur con assenze importanti, ha saputo tenere testa a una delle squadre più forti del campionato. Fonseca, dopo la partita, ha espresso ottimismo, dichiarando di vedere una squadra in crescita. Tuttavia, per ridurre il gap con le prime della classe, il Milan deve trovare maggiore costanza e trasformare le buone prestazioni in risultati concreti.
Il ruolo dei singoli giocatori è cruciale in questa fase. Rafael Leao, per esempio, è al centro delle attenzioni. Il suo talento è indiscutibile, ma il suo rendimento è altalenante. La relazione con l’allenatore e le critiche ricevute potrebbero influenzare le sue prestazioni, e Fonseca dovrà essere abile nel gestire il giocatore. Altri elementi chiave, come Ruben Loftus-Cheek e Theo Hernandez, devono ritrovare la forma migliore. Entrambi hanno avuto un inizio di stagione sotto tono e il loro contributo è fondamentale per le ambizioni del Milan.
Il progetto di Fonseca: il Milan di Fonseca è un cantiere aperto, un progetto in evoluzione. Ci sono margini di miglioramento, ma il tempo è un fattore determinante. La stagione è lunga, e sebbene il quarto posto sembri l’obiettivo più realistico, il Milan ha la possibilità di sorprendere se saprà correggere le sue lacune. L’Inter e il Napoli sembrano, al momento, più solide e organizzate, ma il calcio è imprevedibile e il Milan ha il dovere di lottare fino alla fine.
La mentalità vincente: Fonseca dovrà lavorare sodo per instillare non solo un gioco di qualità, ma anche una mentalità vincente. La squadra manca di leader forti e di un gruppo storico che possa guidarla nei momenti difficili. La crescita non sarà immediata, ma con il giusto atteggiamento e alcune correzioni, il Milan può puntare a chiudere la stagione in modo positivo. Ci sono molti nodi da sciogliere, ma il potenziale per fare bene c’è tutto. L’importante sarà non perdere la fiducia e continuare a lavorare con determinazione.