Nel 2007, il mondo del calcio era in fermento per gli eventi che avrebbero segnato un’era: l’iPhone veniva introdotto da Steve Jobs, cambiando radicalmente la nostra quotidianità, mentre il Milan conquistava l’Europa per l’ultima volta, battendo in finale il Liverpool. Allo stesso tempo, il Real Madrid, guidato da Fabio Capello, veniva eliminato agli ottavi di finale. All’epoca, il Milan e il Real Madrid erano le due squadre più titolate in Champions League, rispettivamente con 7 e 9 vittorie. Tuttavia, da allora, le loro strade si sono separate drasticamente, con il Real che ha continuato a dominare il palcoscenico europeo mentre il Milan ha affrontato una delle sue crisi più profonde e prolungate, nota tra i tifosi come “banter era”.
La divergenza tra i due club è iniziata con la fine dell’era Berlusconi. Nel 2012, un evento simbolico segna la fine di un’epoca: Adriano Galliani, il direttore generale del Milan, cede Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva al Paris Saint-Germain, un trasferimento che ha lasciato il club rossonero senza due dei suoi pilastri principali. Il declino del Milan è stato segnato anche da una serie di acquisti sbagliati: Yoann Gourcuff, arrivato con grandi aspettative, si è rivelato deludente, mentre Alexandre Pato, un giovane talento brasiliano, è stato perseguitato dagli infortuni.
Nel frattempo, il Real Madrid ha intrapreso un percorso di crescita inarrestabile. Florentino Perez, rieletto presidente nel 2009, ha avviato una campagna acquisti faraonica, portando al Santiago Bernabeu giocatori del calibro di Cristiano Ronaldo, Kakà, Karim Benzema e Xabi Alonso. Nonostante i risultati tardassero ad arrivare, con la prima Liga vinta solo nel 2012 e la prima Champions dell’era moderna nel 2014, Perez ha continuato a investire pesantemente in nuovi talenti, trasformando il Real Madrid in una destinazione ambita per i migliori calciatori al mondo.
Il club spagnolo ha adottato una strategia precisa: investire su giovani talenti brasiliani, come Vinicius Jr., Rodrygo e Reinier, pagandoli cifre esorbitanti ma garantendosi il futuro. Questi investimenti hanno dato i loro frutti, con il Real che ha conquistato sei Champions League tra il 2014 e il 2024, cementando il suo status di squadra dominante in Europa.
Il Milan, d’altra parte, ha affrontato cambiamenti dirigenziali e finanziari che hanno rallentato la sua crescita. Dopo il passaggio da Berlusconi a Li Yonghong nel 2017 e poi a Elliott Management, il club ha cercato di ristrutturare i conti e di ritornare competitivo. Nonostante il successo in campionato con la vittoria dello scudetto, il Milan ha trovato difficoltà a tenere il passo del Real Madrid, sia in termini di risultati sul campo sia di introiti finanziari.
Dal punto di vista economico, il divario tra i due club è impressionante. Nel 2023-24, il fatturato del Milan, esclusi i ricavi dal calciomercato, è stato di 401 milioni di euro, mentre quello del Real Madrid ha superato i 1.073 milioni. Questa disparità è alimentata da un merchandising più forte, diritti televisivi più ricchi, premi, e un nuovo stadio all’avanguardia per il Real, il Santiago Bernabeu, che si pone in netto contrasto con le incertezze riguardanti il futuro di San Siro.
L’influenza globale del Real Madrid è evidente anche sui social media, con un rapporto di follower su Instagram di 10 a 1 rispetto al Milan. Questa differenza sottolinea come il Real Madrid sia riuscito a mantenere uno status iconico non solo nel calcio ma anche nella cultura popolare. Mentre il Milan continua a ricostruire e a cercare di colmare il divario, il Real Madrid continua a essere un pioniere nel mercato dei giovani talenti, assicurandosi i migliori prospetti e mantenendo alta la sua competitività.
In campo, il Real Madrid si è dimostrato più abile nel costruire una squadra vincente. Haaland è una delle poche eccezioni non presenti nel loro roster, ma il club non ha mai fatto mancare i suoi colpi di mercato, puntando su talenti emergenti come Florian Wirtz. Il Milan, d’altro canto, ha dovuto accontentarsi di soluzioni meno sfarzose, come gli esperimenti con Reijnders ed Emerson Royal. La realtà per il Milan è di continuare a cercare la propria identità in un mondo del calcio che si è evoluto rapidamente, mentre il Real Madrid viaggia a velocità spaziale su un percorso di successi e innovazioni continue.
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