La Mercedes non si cura di un Lewis Hamilton che parla già da ferrarista sebbene indossi ancora la tuta delle Frecce d’Argento. E George Russel lo fa capire senza mezzi termini rilasciando dichiarazioni che non lasciano alcuno spazio alle interpretazioni.
George Russel vivrà, di fatto, il suo primo anno da leader all’interno della scuderia dopo l’addio annunciato del sette volte campione del mondo. E sembra aver già indossato, anche comodamente, i panni del numero 1 all’interno del box: “È stato molto bello tornare a guidare una monoposto, ho la sensazione che questa stagione sia iniziata intraprendendo la direzione giusta, sebbene la strada resti in salita e molto ripida. Colmare il gap con la Red Bull è difficile, esattamente come capire quale sia il livello degli altri ma la Red Bull resta favorita”. Arriva poi la stoccata a Lewis Hamilton: “Il suo passaggio alla Ferrari? Per noi non cambia proprio nulla, siamo tutti professionisti, abbiamo tutti un lavoro da svolgere per portare la monoposto ad essere più veloce possibile. Certamente, serve anche una buona armonia tra i piloti perché questo influenza tutto il team, ma le scelte spettano a Toto Wolff”. Il team principal, del resto, ha già deciso: le chiavi del garage sono in mano al giovane pilota di cui fra l’altro è anche agente.
Russel si è poi soffermato sulla nuova Mercedes: “La W15 rispetto allo scorso anno è più piacevole da guidare. Non è solo una questione di feeling ma anche di velocità. In questi giorni, più dei tempi, abbiamo inseguito la prestazione senza curarci molto dei nostri avversari. Ci siamo concentrati sulle modifiche di set – up e nell’accumulare i dati che ci saranno utili per il proseguo del campionato. Ci sarà tempo e modo di capire a che punto siamo la settimana prossima, quando si scenderà in pista attaccando il cronometro”. La sensazione è che ci sia fiducia in una monoposto che rispetto al 2024 quando si è ispirata alla Red Bull, è stata progettata praticamente su un foglio bianco. L’obiettivo, che sembra essere stato centrato, era di ridurre la sensibilità della vettura, spesso imprevedibile. Una Mercedes dunque molto meno “nervosa” che dovrebbe garantire risultati meno altalenanti. “Mi sembra ci sia una buona base da cui partire. Abbiamo completato molti giri e portato ai box molti dati da analizzare per andare alla ricerca di un punto di incontro ottimale con la vettura”.
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