
Maxi rissa in Minnesota-Detroit: sette espulsi in un incontro infuocato - ©ANSA Photo
Nella notte di mercoledì, un incontro di basket che avrebbe dovuto essere una semplice sfida tra Minnesota Timberwolves e Detroit Pistons si è trasformato in un evento tumultuoso, culminando in una maxi rissa che ha coinvolto giocatori, allenatori e persino alcuni spettatori. La partita, che si è conclusa con la vittoria dei Timberwolves per 123-104, ha visto esplodere tensioni già palpabili tra le due squadre, sfociando in un caos senza precedenti all’inizio del secondo quarto.
L’innesco della rissa
Tutto è cominciato quando Naz Reid, il centro dei Timberwolves, ha reagito in modo veemente a un fallo subito da Ron Holland. Dopo un contatto fisico, Reid ha iniziato a inveire contro Holland, creando un clima di tensione che si è rapidamente trasformato in un confronto diretto. In pochi istanti, Donte DiVincenzo è intervenuto e ha preso parte alla mischia, afferrando Holland e innescando una rissa che ha coinvolto membri di entrambe le squadre.
La rissa non si è limitata ai giocatori, ma ha avuto ripercussioni anche sugli spettatori a bordo campo, rendendo la situazione ancora più caotica. L’episodio è durato circa un minuto, durante il quale gli arbitri hanno cercato di riportare l’ordine. Alla fine, sette persone sono state espulse per il loro coinvolgimento:
- Naz Reid (Minnesota)
- Donte DiVincenzo (Minnesota)
- Marcus Sasser (Detroit)
- Isaiah Stewart (Detroit)
- Ron Holland (Detroit)
- J.B. Bickerstaff (allenatore Detroit)
- Pablo Prigioni (assistente Minnesota)
Le conseguenze della rissa
Tra gli spettatori coinvolti nel tumulto, è emerso che un bambino è stato accidentalmente colpito. Per fortuna, non ha riportato ferite gravi. In un gesto di grande sportività, Alex Rodriguez, ex stella del baseball e comproprietario dei Timberwolves, ha deciso di regalare al giovane tifoso una maglia di Naz Reid, cercando di porre rimedio a un momento di tensione e di restituire un sorriso al bambino.
La rissa ha attirato l’attenzione dei media e degli appassionati di basket, sollevando interrogativi sulla crescente aggressività nel gioco e sulla gestione degli arbitri durante situazioni di alta tensione. Non è la prima volta che incidenti simili si verificano nell’NBA, ma la presenza di un bambino coinvolto ha reso l’episodio ancora più significativo e ha messo in luce la necessità di riflessioni su come le emozioni e la competitività nel basket possano, talvolta, oltrepassare i limiti della sportività.
Altri eventi della serata
Oltre alla rissa, la serata è stata segnata anche da un altro evento che ha catturato l’attenzione: l’infortunio di Kevin Durant. La stella dei Phoenix Suns ha subito un infortunio alla caviglia sinistra durante la pesante sconfitta dei suoi contro gli Houston Rockets, con un punteggio finale di 148-109. Durant, che ha 36 anni, stava cercando di portare la sua squadra alla vittoria quando, nel terzo quarto, ha inavvertitamente pestato il piede di Jabari Smith Jr., slogandosi la caviglia. Questo infortunio arriva in un momento critico della stagione, con solo due settimane rimaste prima della fine della regular season. I Suns, attualmente undicesimi nella Western Conference con un record di 35-40, si trovano in una situazione delicata, a un passo dall’esclusione dai playoff. L’assenza di Durant potrebbe rivelarsi decisiva per le loro ambizioni di post-season.
In contrasto, i Cleveland Cavaliers continuano a brillare nella Eastern Conference grazie alle prestazioni di Donovan Mitchell. Nella stessa serata, Mitchell ha guidato i Cavaliers alla loro 60ma vittoria della stagione, battendo i Los Angeles Clippers con un punteggio di 127-122. Mitchell ha messo a referto 24 punti, 12 rimbalzi e sette assist, in una performance che il suo allenatore Kenny Atkinson ha descritto come la migliore dell’anno. Con questo successo, i Cavaliers si affermano come una delle squadre più forti della lega, con ambizioni di andare lontano nei playoff.
La vittoria dei Timberwolves contro i Pistons, sebbene segnata da momenti di alta tensione, sottolinea anche la crescente competitività all’interno della NBA. Ogni partita è cruciale in questo momento della stagione, e le squadre stanno combattendo non solo per i playoff, ma anche per la loro reputazione e il rispetto degli avversari. Eventi come la rissa di ieri sera, sebbene spiacevoli, sono un promemoria della passione e dell’intensità che caratterizzano il basket professionistico.
Mentre si avvicina la conclusione della stagione regolare, i tifosi e gli appassionati di basket attendono con trepidazione gli sviluppi futuri, sia sul campo che nei rapporti tra le squadre. La speranza è che episodi di violenza come quello di Minnesota-Detroit possano servire da lezione e che il gioco possa continuare a essere celebrato per la sua bellezza e competitività, piuttosto che per conflitti e tensioni.