La stagione di MotoGP si avvia verso un finale entusiasmante, con le ultime gare in Thailandia, Malesia e Valencia che promettono di essere decisive. La lotta per il titolo è ancora aperta, con Jorge Martin che mantiene un vantaggio di 20 punti su Pecco Bagnaia. Questo margine, sebbene significativo, pesa più dal punto di vista mentale che aritmetico, lasciando spazio a vari scenari possibili. Oltre ai due principali contendenti, c’è anche Marc Marquez, reduce dal trionfo di Phillip Island, che potrebbe influenzare l’esito della corsa al titolo.
Il dominio tecnico di Ducati
Sul piano tecnico, il dominio di Ducati continua a essere evidente. A Phillip Island, la superiorità delle GP23 è stata chiara, con tre moto in testa il venerdì e due nei primi quattro posti nella gara di domenica. Le GP24 si sono dimostrate altrettanto competitive, sebbene leggermente dietro la GP23 di Marquez. Su un circuito come quello australiano, dove l’abilità di guida è fondamentale, la differenza nel setting delle moto incide più della differenza tecnica tra i modelli.
Stili di guida a confronto
Il confronto tra i due principali contendenti al titolo, Martin e Bagnaia, mette in luce differenze significative nello stile di guida. Jorge Martin adotta un approccio più moderno, mantenendo la moto quasi “a terra” in curva con una distribuzione di carico “neutra”. Bagnaia, d’altro canto, segue una filosofia più tradizionale, concentrando il carico sull’anteriore. Questo aspetto può aver contribuito ai problemi di surriscaldamento della gomma anteriore che Pecco ha incontrato a Phillip Island, costringendolo a rallentare e a difendersi piuttosto che attaccare.
Libertà di gara per i piloti Ducati
Il risultato finale del weekend australiano sembra indicare che non ci saranno ordini di scuderia da parte di Borgo Panigale. Come sottolineato dal team manager di Ducati Lenovo, Davide Tardozzi, l’intenzione è quella di lasciare i piloti liberi di correre, garantendo così uno spettacolo autentico. Questa scelta sottolinea l’orgoglio della casa italiana che, nel weekend, ha visto sei Ducati nelle prime sei posizioni.
Sfide tecniche e strategie future
Il lavoro svolto dai team sarà cruciale nelle prossime gare. A Phillip Island, le Desmosedici di Bagnaia e Bastianini hanno mostrato una certa mancanza di feeling sull’anteriore, solo parzialmente risolto nel warm-up. Pecco non è mai stato in testa, impegnato a inseguire Martin e Marquez, e ha riscontrato un degrado progressivo della gomma anteriore negli ultimi giri, che ha compromesso anche le prestazioni del pneumatico posteriore. Queste difficoltà non sembrano aver influenzato il team Pramac, che ha trovato un assetto molto efficace per Martin, grazie anche alla nuova carenatura introdotta a Misano e particolarmente adatta al suo stile di guida aggressivo.
Dettagli tecnici e impatto sulla competizione
La nuova carenatura si dimostra particolarmente vantaggiosa per Jorge Martin, permettendogli di mantenere alta la velocità d’ingresso in curva. Tuttavia, presenta delle debolezze, specialmente in frenata, che Bagnaia ha evidenziato durante i suoi test. Pecco, infatti, preferisce frenare tardi e rallentare di più la moto in ingresso curva, uno stile che non si adatta completamente alla nuova configurazione aerodinamica. Questi dettagli tecnici, apparentemente insignificanti, possono fare una grande differenza nella sicurezza e nella performance di guida, influenzando l’esito della competizione.
Un finale di stagione incerto
Con tre gare ancora da disputare, la tensione è palpabile. La Thailandia, la Malesia e Valencia offriranno scenari diversi, in cui ogni dettaglio, dalla strategia di gara alla configurazione tecnica delle moto, potrebbe rivelarsi decisivo. La capacità di adattamento dei piloti e dei team, insieme alla loro capacità di gestire la pressione, sarà fondamentale per determinare chi conquisterà il titolo mondiale. La strada verso la vittoria è ancora lunga e irta di insidie, e ogni curva potrebbe riservare una sorpresa.