Sebbene la concatenazione di eventi di cui aveva bisogno il Manchester United per qualificarsi agli ottavi di finale di Champions fosse tutt’altro che impossibile, i Red Devils ci hanno messo comunque del loro per… evitare sorprese e precipitare nella (ennesima) crisi più profonda.
Solo i tifosi più ottimisti si aspettavano una vittoria contro il Bayern Monaco dopo le sconfitte maturate a Copenaghen e Istanbul nei due giorni precedenti. Tutto è andato secondo copione: Manchester United fuori dall’Europa che conta. Nell’ultimo decennio, da quanto il Manchester United è rimasto “orfano” di Ferguson, è stato eliminato dalla Champions League per tre volte in sette stagioni al primo turno e solo in quattro occasioni è riuscito ad accedere alla fase a eliminazione diretta. L’ultima vittoria in campo internazionale non è in Champions, ma in Europa League, con Mourinho in panchina. Briciole per un club che ha scritto la storia del calcio inglese ed europeo.
In Inghilterra si dice che non sia possibile inciampare due volte sulla stessa pietra. Una sorta di parallelo con lo “sbagliare è umano ma perseverare, diabolico”. E in questo senso, il Manchester United si è parecchio dato da fare. Esborsi ingenti per calciatori che non hanno mantenuto le promesse o per big incapaci di lasciare il segno sperato. Qualche nome? Martial o Antony, Pogba, Schweinsteiger o Ibrahimovic sino alla cosiddetta “rivoluzione olandese”. Da quando Erik Ten Hag è in panchina, sono stati spesi più di 400 milioni di sterline (pari a 464 milioni di euro) che hanno fruttato una Coppa di Lega e l’approdo in Champions League. Poco, molto poco, anche perché il tecnico olandese, dopo essersi sbarazzato delle sue “mele marce”, ha fatto credere ai tifosi dell’Old Trafford di poter sognare in grande. Invece lo scontro con la realtà è stato durissimo. A dicembre, allo United è rimasta solo la FA Cup.
Così regolari nella loro irregolarità, il Manchester ha faticato a trovare continuità. Dopo l’addio di Ferguson si sono alternati in panchina Moyes, Giggs, Van Gaal, Mourinho, Carrick, Rangnikc, Solskjaer, e Ten Hag che sembra, esattamente come i suoi predecessori, destinato a lasciare la panchina. Come ogni allenatore che si è ritrovato alla guida dello United, non è una questione di “se” ma di “quando” sarà sollevato dall’incarico. Non è una novità per un club che si è infilato in un tunnel apparentemente senza uscita. Una crisi, fra l’altro, aggravata anche da quanto sta accadendo dall’altra parte della città, dove il City ha appena festeggiato il triplete e ha prospettive ben diverse da quelle dei Red Devils, sempre più … all’inferno.
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