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Louis Vuitton conferma il suo impegno nell’America’s Cup

La 37ma edizione dell’America’s Cup ha visto trionfare ancora una volta il team di New Zealand, aggiungendo un altro capitolo glorioso alla loro già impressionante storia nel mondo delle regate nautiche. La competizione si è svolta a Barcellona, in una giornata caratterizzata da poco vento ma da una grande determinazione da parte dei kiwi, che sono riusciti a chiudere la serie con un punteggio di 7-2. Questo successo rappresenta la quinta vittoria per la Nuova Zelanda nella storia di questo prestigioso torneo, confermando la loro posizione di forza nel panorama della vela internazionale.

Il ritorno di Louis Vuitton come sponsor

Un elemento che ha aggiunto ulteriore prestigio all’evento è stato il ritorno di Louis Vuitton come title sponsor della Coppa America. Il presidente e CEO della maison di lusso francese, Pietro Beccari, ha espresso grande soddisfazione per il rinnovato coinvolgimento del marchio. Louis Vuitton non si è limitata a sponsorizzare la competizione, ma ha anche organizzato la selezione degli sfidanti, contribuendo a mantenere alto il livello di interesse e spettacolo. Beccari ha sottolineato come le barche volanti e la loro tecnologia avanzata abbiano reso la competizione affascinante da seguire, anche per coloro che non sono appassionati di vela, paragonandola alla Formula 1 in termini di innovazione e adrenalina.

Eleganza e tradizione: il tocco di Louis Vuitton

La presenza di Louis Vuitton non si è limitata a un mero supporto economico e organizzativo; il marchio ha infatti portato con sé un tocco di eleganza e tradizione che ha arricchito ulteriormente l’evento. Il celebre baule Trophy Trunk, con il suo iconico Monogram e la “V” di “Victory”, è diventato un simbolo della competizione, custodendo gelosamente il trofeo più antico dello sport, l’Auld Mug. Questo baule, creato originariamente nel 1988, è un emblema delle più grandi vittorie sportive, trasportando trofei di calcio, tennis e, naturalmente, di vela.

Il futuro della competizione e la scelta della location

Uno degli aspetti più dibattuti in vista della prossima edizione dell’America’s Cup è la scelta della location. Pietro Beccari ha manifestato una preferenza per l’Europa, citando la tradizione e l’autenticità che il continente offre. Sebbene ci siano voci su possibili sedi come Gedda in Arabia Saudita, il ritorno a Barcellona o Valencia, o addirittura l’Italia, sembrano essere opzioni più gradite al CEO di Louis Vuitton. “Abbiamo portato indietro un po’ di prestigio alla competizione e vogliamo avere voce in capitolo sulla location”, ha dichiarato Beccari, lasciando intendere che la decisione finale terrà conto anche delle preferenze del marchio.

Delusione per l’assenza di Luna Rossa

Nonostante la gioia per la vittoria neozelandese, c’è un pizzico di delusione per l’assenza di Luna Rossa nella finale. Beccari ha espresso il suo rammarico per il mancato approdo dell’Italia all’atto conclusivo della competizione, riconoscendo comunque l’impegno e la velocità della barca italiana, purtroppo ostacolata da alcuni errori di navigazione. Le parole di Max Sirena, leader di Luna Rossa, hanno sottolineato quanto sia sottile il margine tra vittoria e sconfitta in una competizione di tale livello.

Prospettive future per l’America’s Cup

Il futuro dell’America’s Cup è già in fase di pianificazione, con il Defender, New Zealand, incaricato di decidere tempistiche e modalità della prossima edizione. L’attesa è alta per scoprire quale sarà la prossima sfida, con la certezza che Louis Vuitton continuerà a essere un partner chiave, portando il suo inconfondibile stile e prestigio in questa leggendaria competizione. La possibilità di includere una componente femminile nella gara futura è un altro elemento che aggiunge fascino e aspettativa per gli sviluppi futuri. Sia che la prossima edizione si svolga nel 2026 o nel 2027, l’entusiasmo per la vela continua a crescere, alimentato da una combinazione di tradizione, innovazione e il tocco di lusso di Louis Vuitton.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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Luca Baldini

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