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L’italia-francia degli ex juve: un’analisi su quanto avrebbero potuto fare per motta

Il calcio è un universo complesso, dove emozioni e statistiche si intrecciano in un gioco di equilibri delicati e decisioni strategiche. La recente sfida tra Italia e Francia ha messo in evidenza non solo le qualità delle due squadre, ma anche le scelte fatte da vari club, in particolare dalla Juventus, riguardo ai giocatori che hanno vestito la maglia bianconera. L’analisi di questo incontro, oltre il risultato finale, rivela una presenza significativa di ex giocatori della Juve, sollevando interrogativi su quanto sarebbero stati utili a Roberto Motta, l’attuale commissario tecnico della nazionale.

La presenza di ex juventini

Nella partita di Italia-Francia, su ventinove calciatori impiegati, ben cinque erano legati in qualche modo alla Juventus. I due attuali bianconeri, Cambiaso e Locatelli, si sono uniti a tre ex: Rabiot, Rovella e Kean. Questo dato non solo sottolinea l’importanza della Juve nel panorama calcistico italiano, ma mette in luce le scelte di mercato della società torinese. Rabiot, in particolare, è un caso emblematico. La Juve ha deciso di non rinnovare il suo contratto, considerandolo troppo oneroso, e lui ha trovato una nuova casa al Marsiglia, firmando un accordo da sei milioni di euro netti all’anno. Una scelta che, a prima vista, sembra sensata, ma che solleva interrogativi sul valore delle decisioni di mercato della Juventus.

Investimenti e scelte di mercato

In un contesto in cui la Juve ha investito circa sessanta milioni per Douglas Luiz, il confronto con Rabiot diventa inevitabile. Se il centrocampista francese avrebbe richiesto un ingaggio di sei milioni per due anni, l’investimento su Luiz, con un contratto di cinque anni, appare più rischioso. La domanda che sorge spontanea è: la Juve ha realmente valutato il potenziale di Rabiot, o ha preso una decisione affrettata, spinta dalla volontà di ridurre i costi?

Parallelamente, Rovella, ceduto alla Lazio, sta brillando in un ambiente dove può esprimere al meglio le sue qualità. In questo caso, la Juventus ha effettuato una scelta che potrebbe rivelarsi disastrosa nel lungo termine. Infatti, la Lazio ha acquisito Rovella con un pagamento dilazionato, e si prevede che il suo valore cresca esponenzialmente nei prossimi anni. Non solo la Juve ha perso un talento promettente, ma ha anche facilitato il lavoro a una diretta concorrente, offrendo loro un centrocampista di appena 22 anni, con un futuro luminoso davanti.

La situazione di Moise Kean

Similmente, la situazione di Moise Kean merita attenzione. L’attaccante, dopo un periodo difficile alla Juventus, ha trovato nuova linfa alla Fiorentina, dove ha già segnato più gol rispetto al suo ultimo campionato con i bianconeri. Questa metamorfosi solleva interrogativi sulle dinamiche interne alla Juventus: è possibile che un cambio di ambiente e di fiducia possa fare la differenza nel rendimento di un giocatore? Kean, che ha solo 24 anni, rappresentava un’opzione valida per la Juve, che ora cerca disperatamente un attaccante capace di affiancare Vlahovic o di sostituirlo in caso di necessità.

L’analisi di Italia-Francia non si limita dunque al punteggio di 3-1, ma si estende a un 3-2 tra ex juventini e attuali bianconeri, sollevando interrogativi non solo sul mercato, ma anche sulla gestione dei talenti. La Juventus ha una lunga storia di investimenti e cessioni, ma le recenti scelte sembrano non tenere conto delle reali potenzialità dei giocatori. In un calcio che si muove sempre più verso la valorizzazione dei giovani, la Juve sembra aver perso un’occasione, non solo di rinforzare la propria squadra, ma anche di costruire un futuro solido.

Queste considerazioni portano a riflettere su quanto la Juventus debba rivedere le proprie strategie di mercato. La manutenzione di una rosa competitiva richiede non solo acquisti intelligenti, ma anche una gestione oculata dei talenti già presenti. Rabiot, Rovella e Kean, con le loro attuali prestazioni, dimostrano che il potenziale spesso risiede nei giocatori che si decidono di cedere. La Juventus deve affrontare la sfida di rimodellare le proprie politiche e di imparare dai propri errori, se vuole tornare a essere protagonista nel calcio italiano e internazionale.

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