Djoko, partita incontro. Novak Djokovic ha battuto (6-4, 6-3 in 98’ di gioco) abbastanza agevolmente il bulgaro Dimitrov e chiude, di fatto, la stagione da numero uno: con 1.450 punti di vantaggio su Alcaraz, il serbo è praticamente inattaccabile.
In grande forma per il gran finale
Djokovic ha portato a casa una vittoria importante e continua a costruire, almeno in termini di risultati, la sua storia di miglior tennista di tutti i tempi. Merito anche di una eccellente pianificazione della stagione e alla quasi maniacale cura del suo fisico. Djokovic si presenta in gran forma al gran finale di stagione. A pochissimo dall’ATP di Torino ha vinto il suo 40esimo titolo nei master 1000, 97esimo della sua carriera, e ha raggiunto Alcaraz (sei titoli a testa) per tornei vinti nel 2023. Con una bella differenza, però: la netta sensazione è che lo spagnolo abbia la spia della riserva accesa mentre Djokovic arrivi all’ultimo appuntamento della stagione al 100%, anche perché si è imposto su Dimitrov senza neanche innestare le marce alte. La grandezza del suo tennis, del resto, è nel mix fra efficacia e regolarità. Non ha bisogno di esprimere sempre il miglior gioco per ottenere risultati straordinari. E ciò gli permette di non porsi alcun limite.
A prescindere da Torino, il #1 è già blindato
Djokovic, fra l’altro, godendo di 1490 punti di vantaggio su Alcaraz prima delle Atp Finals, ha blindato il primo posto nel ranking. La differenza è praticamente incolmabile , visto che a Torino il campione può guadagnarne al massimo 1.500 e ogni vittoria nella fase a gironi ne vale 200. Per superare Djokovic, lo spagnolo avrebbe bisogno di vincere tutte le partite e che il suo rivale per la leadership esca anzitempo dalla competizione fra l’altro collezionando tre sconfitte. Un esercizio di ottimismo esagerato. Assolutamente possibile, invece, il traguardo delle 400 settimane sul trono, per il “titano”. Djokovic, al netto dei 36 anni, deve aspettare solo due settimane per raggiungere l’ennesimo straordinario traguardo di una altrettanto straordinaria carriera e difficilmente ripetibile da chi sarà il suo erede.
Campione anche di Fair Play
Djokovic ha anche azzittito chi lo reputa un giocatore dal carattere difficile. Dimitrov, che non vince un torneo da sei anni, ha solo accarezzato il sogno. E quando si è scontrato con la realtà non è riuscito a trattenere le lacrime. Comprensibile per il “baby Federer” che nel 2017 era #3 al mondo e adesso si ritrova in una crisi apparentemente senza via d’uscita. Di fronte al pianto del suo avversario, Djokovic lo ha rincuorato, strappandogli un sorriso. Ennesima dimostrazione che si è grandi campioni anche e soprattutto nel saper vincere.