Rafa Leao, il talentuoso attaccante del Milan, si trova attualmente in una situazione piuttosto inusuale e complessa sotto la guida del tecnico Paulo Fonseca. Malgrado le sue indiscutibili doti tecniche e la sua capacità di fare la differenza in campo, Leao sembra essere scivolato in fondo alla lista delle preferenze di Fonseca per quanto riguarda le scelte offensive da schierare in campo. Una decisione che ha sorpreso molti, considerando il contributo passato del giocatore.
Durante l’ultimo incontro tra domenica e lunedì, Fonseca ha schierato una formazione offensiva composta da Chukwueze, Pulisic e Okafor, con Morata come punta, lasciando Leao come unica riserva di attacco in panchina. Quando Pulisic ha subito un infortunio, ci si sarebbe potuti aspettare l’ingresso di Leao in campo. Tuttavia, Fonseca ha optato per inserire Musah, mantenendo Leao seduto tra le riserve. Leao è entrato solo negli ultimi 28 minuti più il recupero, in un momento critico in cui il Milan stava cercando di recuperare due gol di svantaggio, con una spinta offensiva che andava affievolendosi.
Questa situazione appare ancora più sconsolante se si pensa al recente passato di Leao, capace di mettere in difficoltà squadre come il Napoli in Champions League. Nel frattempo, il suo “alter ego” Kvaratskhelia continua a brillare, segnando gol e lasciando un segno indelebile a San Siro. Fonseca ha cercato di spiegare questa scelta prima dell’incontro, affermando che si trattava semplicemente di una decisione tattica, ritenendo più opportuno iniziare con Okafor al posto di Leao.
La questione che si pone è se questa decisione di Fonseca sia dettata esclusivamente da motivazioni tecniche o se ci siano altri fattori in gioco. Potrebbe essere una strategia per motivare Leao, spingendolo a migliorare in determinati aspetti del suo gioco, oppure potrebbe esserci una frattura latente nel rapporto tra l’allenatore e il giocatore. Nonostante non ci siano stati scontri aperti tra i due, la situazione resta anomala: il giocatore più costoso della squadra relegato in panchina per due partite consecutive e sostituito dopo un’ora nell’unica partita iniziata da titolare contro il Bruges.
Fonseca ha ribadito la sua posizione anche a fine partita, evitando di entrare nei dettagli e sottolineando l’assenza di un conflitto con Leao. Ha dichiarato che la scelta di non schierarlo dall’inizio è puramente tecnica e che il suo scopo è motivare tutti i giocatori, Leao compreso, in modi diversi. Tuttavia, ha anche riconosciuto la difficoltà di giocare con tre esterni contemporaneamente e ha sottolineato la buona prestazione di Okafor, che ha giustificato la sua decisione.
Nel tempo che Leao ha avuto a disposizione sul campo, non è riuscito a cambiare drasticamente le sorti del match, ma ha comunque mostrato sprazzi del suo talento, costringendo Meret a una grande parata con un tiro potente. Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla sua capacità di illuminare il gioco con giocate da campione, nonostante le sue carenze in fase difensiva.
Il dilemma che si pone ora è se Fonseca stia adottando la giusta strategia per stimolare Leao o se rischi di demoralizzarlo ulteriormente. La risposta non è immediata e, mentre il tempo scorre, sarà cruciale osservare come questa dinamica evolverà. L’equilibrio tra motivazione e depressione è sottile e la gestione di un talento come Leao richiede una sensibilità particolare. Solo il futuro prossimo ci svelerà se Fonseca avrà fatto la scelta giusta per il bene della squadra e dello stesso Leao.
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