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L’attesa di pallino cinà: jannik, musetti e il sogno di diventare come nole

Federico Cinà, affettuosamente soprannominato “Pallino”, è un giovane talento del tennis italiano che sta rapidamente guadagnando visibilità sia a livello nazionale che internazionale. La sua storia, già affascinante, rappresenta un simbolo di speranza per il futuro del tennis in Italia.

Cresciuto in un ambiente familiare legato al tennis, Federico ha iniziato a giocare fin da piccolo. A soli 11 mesi, colpiva oggetti con pentole e bottiglie, mentre a tre anni già impugnava una racchetta. Sotto la guida del padre, Francesco Cinà, ex numero 427 del mondo ATP e allenatore di Roberta Vinci, ha potuto vivere il tennis da vicino. Oggi, a 17 anni, si trova a un passo decisivo nella sua carriera, con l’obiettivo di scalare la classifica mondiale, attualmente al numero 516 e secondo tra gli under 18.

Dopo una prima parte di stagione difficile, caratterizzata da problemi fisici e risultati deludenti, Federico ha trovato la sua forma. “In estate sentivo di stare crescendo”, racconta. La sua vittoria al torneo ITF di Buzau, in Romania, ha rappresentato un punto di svolta. “Quella vittoria mi ha dato molta fiducia e mi ha permesso di scalare tante posizioni”. Anche la semifinale al torneo di Satu Mare ha consolidato la sua convinzione nel proprio potenziale.

Federico ha avuto l’opportunità di competere a livelli più elevati durante un mese trascorso in Giappone a giocare nei Challenger. “A Matsuyama, la mia superficie preferita è il cemento, sono arrivato ai quarti di finale, battendo Li Tu, un australiano ben posizionato in classifica”. Queste esperienze hanno contribuito a costruire la sua autostima e a comprendere il suo reale valore nel circuito.

La scelta di non partecipare più ai tornei juniores, compresi gli Slam, è stata un passo significativo. “Abbiamo deciso di concentrarci su ITF e Challenger”, spiega Federico. “Ho scelto di iniziare la stagione un po’ più tardi, dopo una preparazione mirata a Tirrenia e Palermo”. Il supporto del padre è fondamentale nel suo percorso: “A questa età, curare il fisico è essenziale”. Federico ha lavorato intensamente con il suo preparatore, Marco Salerno, e con il padre, affrontando anche qualche problema fisico.

Un aspetto importante della vita di Federico è il suo rapporto con i grandi nomi del tennis italiano. “Con Jannik Sinner e Matteo Berrettini ho un buon rapporto, anche se non ho ancora avuto l’opportunità di allenarmi con loro”. Tuttavia, ha avuto l’onore di palleggiare con Lorenzo Musetti sul Centrale di Wimbledon prima della sua semifinale, un’emozione indimenticabile. Questi atleti rappresentano per lui una fonte di ispirazione e un modello da seguire.

Nonostante la crescente notorietà, il suo idolo rimane sempre Novak Djokovic. “Sì, mi piace anche Medvedev e ho avuto la possibilità di allenarmi con lui, ma il tifo va agli italiani”, afferma Federico con un sorriso. Questa passione alimenta il suo sogno di diventare un grande campione.

Federico ha chiari obiettivi per il 2025: “Crescere ancora, migliorare sia fisicamente che mentalmente. Siamo solo all’inizio di un lungo percorso”. La sua priorità non è la classifica attuale, ma entrare tra i primi 200 sarebbe un traguardo significativo. La sua determinazione è palpabile, e la voglia di emergere è evidente in ogni parola.

In un periodo in cui l’Italia sta vivendo un momento d’oro nel tennis, con tanti talenti emergenti, Federico Cinà rappresenta una delle promesse più luminose. La sua storia e il suo percorso di crescita sono un segnale che il tennis italiano ha un futuro radioso. Con il giusto supporto e la giusta mentalità, “Pallino” potrebbe presto unirsi ai ranghi dei grandi del tennis italiano, portando con sé una nuova generazione di appassionati e aspiranti tennisti.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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