Las Vegas è uno degli appuntamenti più attesi dell’anno ma rischia anche di trasformarsi in uno dei Gran Premi più freddi della storia dello sport motoristico. La città più trasgressiva del Nevada si è ripresentata in F1 con tanto di cordoli “decorati” con i semi delle carte da gioco ma anche con il ghiaccio a bordo pista. Quanto basta per sollevare più di un dubbio sulla sicurezza.
Temperature basse, rischio alto: una scelta azzardata
Quello di Las Vegas, complice la scelta di correre in notturna, sarà uno dei Gran Premi con la temperatura più bassa mai registrata in occasione di una corsa. Si prevede che le temperature possano oscillare fra i cinque e i dieci gradi. La pista potrà guadagnarne qualche decina in più ma non si dovrebbe superare la soglia dei 20-25, bassina per un circuito cittadino dove le monoposto possono arrivare a toccare velocità di punta sui 340 chilometri orari.
Quanto basta per creare problemi esattamente opposti a quelli registrati Qatar. Al di là dell’oceano i piloti potrebbero ritrovarsi con le mani fredde e soprattutto con pochissimo grip. Una vera e propria incognita anche dal punto di vista della sicurezza considerando che nel circuito, ancora tutto da scoprire, vi sono comunque quattro punti che richiedono una decelerazione molto brusca.
Il timore dell’esperto: si va sul morbido?
Girare a basse temperature non è una novità assoluta, considerando che nei test invernali a Barcellona si scende in pista in condizioni simili a Las Vegas. Cambia, però, e anche di parecchio, il layout del circuito. Mario Isola, il racing manager della Pirelli, ha parlato ad Athletic di quanto attende piloti e meccanici in vista dell’appuntamento con Las Vegas e non ha negato di essere curioso, al limite del preoccupato. Per la prima volta pneumatici da 18 pollici, concepiti e progettati per generare grip a temperature oltre gli 80 gradi, poggeranno su un asfalto così freddo. Va da sé che il rischio è direttamente proporzionale al freddo. Una pista poco gommata sarà dunque quanto mai insidiosa.
L’unico modo per renderla quanto più possibile praticabile è girarci parecchio, in modo da generare quel fenomeno che rende ottimale l’aderenza grazie al sottile strato di battistrada lasciato in eredità dalle monoposto a ogni giro. Resta da capire se la scelta di mescole morbide sarà sufficiente a garantire uno spettacolo all’altezza delle enormi aspettative. La sensazione è che la FIA sia consapevole della scelta anche perché un “flop” in uno degli eventi più attesi dall’inizio della stagione non sarebbe facilmente perdonato.