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La verità di Nainggolan sul rapporto con gli ultras e la sua esperienza all’Inter e alla Roma

Radja Nainggolan: un calciatore in attesa di una nuova avventura

Radja Nainggolan, un nome che evoca immediatamente ricordi di grinta e passione sui campi di calcio, è attualmente in una fase di stallo nella sua carriera. Con il cuore ancorato all’Olimpico e il corpo in Belgio, Radja attende una chiamata che potrebbe riaccendere la sua avventura calcistica. Tuttavia, l’ex centrocampista di Roma e Inter non sembra disposto a compromettere né la sua dignità né la sua serenità per tornare a giocare: “Aspetto una chiamata da una squadra. Ma se non arriva, smetto. Che devo fare? Mica faccio l’elemosina per giocare a calcio”.

La schiettezza di Nainggolan tra Roma e Inter

Nainggolan non ha mai fatto sconti, né li ha mai ricevuti. Questa schiettezza emerge anche quando parla del confronto tra Roma e Inter, due delle sue ex squadre. “L’Inter è la più forte. Gioca un bel calcio, ha grandi giocatori anche in panchina, di fatto sono altri titolari”, afferma con convinzione. Tuttavia, riconosce che il tifo dell’Olimpico è un fattore capace di ribaltare i pronostici: “La Roma gioca in casa, ha il miglior tifo che c’è. E con quella gente, c’è una spinta in più”.

Strategie di gioco e confronto con il passato

Il discorso si sposta poi su zone tattiche e strategie di gioco. Nainggolan suggerisce che la Roma potrebbe mettere in difficoltà l’Inter attraverso il possesso palla, un approccio che ricorda i tempi in cui lui stesso calcava il campo con la maglia giallorossa. Tuttavia, ammette che la qualità della sua Roma era superiore: “Il livello del campionato attuale è più basso, oggi è molto più facile giocare in Serie A rispetto a 7 anni fa”.

Riflessioni sui giocatori e il ruolo del capitano

Non mancano le riflessioni sui singoli giocatori. Nainggolan non ha dubbi nel definire Barella tra i migliori giocatori italiani, insieme a Tonali. Tuttavia, è Lorenzo Pellegrini a ricevere un consiglio prezioso: “Dovrebbe pensare un po’ meno a quello che dice di lui la gente”. Radja sa cosa significa portare la fascia di capitano, avendo condiviso lo spogliatoio con leggende come Totti e De Rossi, e comprende il peso delle aspettative.

Il Pallone d’Oro e la competizione spietata

Quando si tocca il tema del Pallone d’Oro, Nainggolan non esita a riconoscere le qualità di Lautaro Martinez, ma è realistico: “Per vincere quel trofeo devi concorrere con gente come Haaland, Mbappé, Vinicius”. La competizione è spietata, e Radja lo sa bene.

Il legame con De Rossi e la delusione con i Friedkin

Il rapporto con De Rossi, un altro pilastro della Roma, viene definito un capitolo doloroso: “È stata una follia mandarlo via”, afferma, sottolineando come De Rossi meritasse più tempo per inserire i nuovi giocatori. Nainggolan esprime delusione per la gestione della situazione da parte dei Friedkin, proprietari del club, sottolineando l’importanza di competenza e passione nel mondo del calcio.

Riflessioni sull’esperienza all’Inter

Riguardando alla sua esperienza all’Inter, Nainggolan non ha dubbi: “Arrivassi oggi a Milano, farei tutto diversamente”. L’assenza di Spalletti, l’allenatore per il quale aveva scelto di trasferirsi, ha influito notevolmente sulla sua voglia di fare bene. L’approccio iniziale, in cui aveva espresso la tristezza per aver lasciato la Roma, era stato mal interpretato e criticato.

Il rapporto con gli ultras e il rispetto reciproco

Il rapporto con gli ultras è un altro tema su cui Nainggolan ha opinioni ben precise. “Ma che grande c…ata è? Io ho giocato a Cagliari, conosco tutti gli ultras, ci sono in contatto, quando ero lì andavo a bere insieme a loro”, afferma, sottolineando che il rispetto reciproco è il suo unico parametro di giudizio.

Allenatori e giovani promesse

Sul fronte degli allenatori, Conte viene lodato per il suo lavoro al Napoli, mentre Frattesi, giovane promessa dell’Inter, è considerato un giocatore che meriterebbe più spazio: “Frattesi gioca troppo poco per quello che dimostra. Segna, è aggressivo, importante”.

La ricerca della felicità oltre i trofei

Infine, Nainggolan riflette sulla sua carriera e sull’assenza di trofei: “Non si gioca a calcio per le coppe. Si gioca per essere felice”. Per lui, la felicità personale e la serenità sono priorità che superano qualsiasi successo sportivo. La vita, per Nainggolan, è sempre stata più importante del calcio, un mantra che ha guidato le sue scelte dentro e fuori dal campo.

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