La Juventus si trova in una fase di transizione e sperimentazione sotto la guida di Thiago Motta, un allenatore che ha dimostrato di avere una visione innovativa e meritocratica nella gestione della rosa. Una delle questioni più discusse riguarda la posizione di portiere, in particolare la possibilità che Mattia Perin possa essere schierato titolare anche contro l’Inter. La logica del turnover tradizionale suggerirebbe di alternare i portieri in base a un calendario prestabilito, ma Motta sembra preferire un approccio più flessibile e basato sulle prestazioni individuali.
Mattia Perin: più di un semplice sostituto
Mattia Perin ha dimostrato di essere più di un semplice sostituto. Le sue recenti prestazioni, soprattutto in Champions League, hanno messo in luce le sue qualità e il suo desiderio di essere considerato un “co-titolare“, come ha dichiarato lui stesso in conferenza stampa. La sua affermazione di sentirsi parte integrante del gruppo di titolari trova riscontro nel modo in cui Motta ha gestito la squadra finora. Il tecnico ha ripetutamente sottolineato che non esistono “vice” nella sua squadra, ma solo giocatori pronti a scendere in campo quando richiesto.
L’approccio meritocratico di Thiago Motta
Questo approccio è stato evidente anche nelle scelte riguardanti altri giocatori. Ad esempio, Nicolò Fagioli è stato schierato a sorpresa contro il Lipsia dopo una convincente prestazione contro il Genoa. Allo stesso modo, il giovane difensore Cabal ha avuto l’opportunità di giocare da titolare contro lo Stoccarda dopo aver impressionato nella partita precedente contro la Lazio. Questi esempi dimostrano come Motta non si limiti a seguire schemi rigidi, ma preferisca valutare il momento di forma di ciascun giocatore.
Perin e il metodo Motta
Perin, in questa dinamica, rappresenta un esempio perfetto del metodo Motta. Con 300 minuti giocati in 4 presenze, Perin ha avuto una quota significativa di tempo in campo, sebbene Di Gregorio resti il portiere titolare con 689 minuti in 8 presenze. Tuttavia, la differenza non è tanto nel numero di presenze quanto nella qualità delle prestazioni. Perin ha saputo cogliere ogni opportunità, dimostrando di essere un’opzione affidabile per la squadra.
L’alternanza dei portieri nel calcio moderno
L’idea di alternare i portieri non è nuova nel calcio moderno, dove il numero di partite e l’intensità del calendario richiedono una gestione oculata delle risorse. Tuttavia, ciò che distingue l’approccio di Motta è l’enfasi sulla meritocrazia e sulla motivazione. Non si tratta solo di dare riposo ai titolari, ma di premiare chi dimostra di poter fare la differenza in campo.
Un banco di prova contro l’Inter
La partita contro l’Inter rappresenta un banco di prova importante per la Juventus, e la decisione di schierare Perin potrebbe essere vista come un segnale di fiducia verso il portiere. Un’eventuale conferma di Perin tra i pali sarebbe coerente con la filosofia di Motta, che privilegia le scelte basate sul merito piuttosto che su una rigida gerarchia.
Competizione interna e benefici per la squadra
Inoltre, la competizione interna tra Perin e Di Gregorio potrebbe rivelarsi benefica per la squadra nel lungo termine. Con entrambi i portieri motivati e pronti a dare il massimo, la Juventus può contare su una solida copertura in un ruolo cruciale. Questo tipo di gestione potrebbe anche contribuire a creare un ambiente più competitivo e stimolante all’interno della squadra, spingendo ogni giocatore a migliorarsi continuamente.
Un approccio moderno alla gestione della squadra
In definitiva, la questione del “vice” nella Juventus di Motta non riguarda solo la scelta del portiere, ma riflette un approccio più ampio e moderno alla gestione della squadra. La capacità di adattarsi alle circostanze e di premiare le prestazioni individuali rappresenta un punto di forza che potrebbe fare la differenza in una stagione lunga e impegnativa.