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La sfida di Valencia contro la Liga folle

Le polemiche in Spagna non si placano, soprattutto dopo la decisione controversa della Liga di non sospendere il campionato in segno di solidarietà con le vittime della devastante tempesta Dana che ha colpito Valencia. Questa scelta ha suscitato indignazione e delusione in molti, compresi giocatori e allenatori che speravano in un gesto simbolico forte, simile a quello visto nel mondo delle due ruote, dove i piloti di MotoGP avevano spinto per la cancellazione del Gran Premio di Valencia.

La voce della protesta

La protesta contro la decisione della Liga ha trovato un portavoce carismatico nell’allenatore dell’Atletico Madrid, Diego “Cholo” Simeone. Alla vigilia del match contro Las Palmas, Simeone ha espresso il suo disappunto, definendo privo di senso giocare in un momento in cui molte persone stanno vivendo momenti difficili. “È durissimo tutto quello che sta succedendo ed è emozionante vedere come la gente stia aiutando con una pala o con quello che ha”, ha dichiarato l’allenatore argentino, mettendo in evidenza la solidarietà mostrata dalla comunità.

Anche Pablo Maffeo, giocatore del Maiorca, ha espresso il suo dissenso dopo la partita contro l’Alaves. Secondo Maffeo, in situazioni tragiche come quella di Valencia, il campionato dovrebbe fermarsi. Ha sottolineato come molte persone abbiano parenti e amici nella regione colpita, e che il dolore e le difficoltà che stanno affrontando non possono essere ignorati.

Il punto di vista degli allenatori

Nel frattempo, Hansi Flick, allenatore del Barcellona, ha chiarito il suo punto di vista, affermando che, se avesse avuto il potere di decidere, avrebbe sospeso l’intera giornata di campionato. “È davvero una tragedia per la Comunità Valenciana e per tutta la Spagna”, ha dichiarato Flick, unendosi al coro di coloro che chiedono una pausa in segno di rispetto e solidarietà.

La difesa della Liga

La Liga, tuttavia, si è difesa dalle critiche sostenendo che la decisione di non posticipare le partite non è stata dettata dalla saturazione del calendario, un problema che affligge molte leghe calcistiche europee. Secondo l’organizzazione, il miglior messaggio in una situazione così drammatica non è fermarsi, ma continuare a lavorare e dare visibilità alla situazione. Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha utilizzato i social media per spiegare che il calcio può giocare un ruolo importante nel generare risorse e sensibilizzare l’opinione pubblica.

Inoltre, la Liga ha promesso di avviare un censimento dei campi di calcio distrutti dalla tempesta, con l’obiettivo di ricostruirli e sostenere le comunità locali. Questo impegno vuole mostrare un lato più proattivo e solidale dell’organizzazione, cercando di compensare la mancata sospensione del campionato con azioni concrete a supporto delle zone colpite.

Un momento di riflessione

Nonostante questo, la sensazione diffusa è che la decisione di mantenere il calendario invariato sia stata influenzata dalla paura di stravolgerlo ulteriormente, un timore che ha finito per prevalere su altre considerazioni di carattere morale e sociale. Le critiche alla Liga evidenziano un crescente divario tra le istituzioni calcistiche e le sensibilità di giocatori, allenatori e tifosi, che chiedono un maggiore rispetto per le tragedie umane e una risposta più empatica e solidale.

La questione sollevata dalla tempesta Dana a Valencia rappresenta, dunque, un momento di riflessione non solo per il calcio spagnolo, ma per tutto il mondo dello sport, chiamato a confrontarsi con la realtà e a bilanciare le proprie esigenze con quelle delle comunità che supportano e che, in momenti di crisi, hanno bisogno di segnali di unità e di sostegno concreto.

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