Roberto Mancini: un triennio di emozioni contrastanti
Roberto Mancini ha vissuto un triennio di emozioni contrastanti alla guida della Nazionale Italiana, un viaggio che lo ha portato dalle vette gloriose di Wembley fino a un epilogo controverso in Arabia Saudita. Il suo incarico inizia nel maggio 2018, quando viene scelto per rinnovare la squadra dopo la mancata qualificazione ai Mondiali 2018. L’Italia ha bisogno di un nuovo inizio, e Mancini è l’uomo designato per guidare questo cambiamento.
Il debutto e la rinascita degli Azzurri
Il suo debutto alla guida degli Azzurri avviene in un’amichevole contro l’Arabia Saudita, segnata da una vittoria che inaugura un percorso di rinascita. Mancini introduce un ricambio generazionale, promuovendo giovani talenti e instillando una mentalità vincente. La sua Italia si qualifica brillantemente agli Europei, inizialmente previsti per il 2020 ma posticipati al 2021 a causa della pandemia globale. Nonostante l’Italia non sia tra le favorite, la squadra di Mancini dimostra un’incredibile solidità, battendo record di risultati utili consecutivi e mostrando un calcio spettacolare.
Il trionfo a Wembley
Il culmine di questo percorso arriva l’11 luglio 2021, quando l’Italia conquista il Campionato Europeo battendo l’Inghilterra ai rigori nello storico stadio di Wembley. È un trionfo che riporta in patria un titolo che mancava da 53 anni, un successo che ridà orgoglio a un’intera nazione. Mancini diventa un eroe nazionale, e il suo contratto viene rinnovato fino al 2026, segno di fiducia e speranza per il futuro.
La delusione delle qualificazioni mondiali
Tuttavia, la gioia si trasforma presto in delusione. Nonostante un buon piazzamento in Nations League, l’Italia fatica nelle qualificazioni per i Mondiali del 2022. I pareggi contro Svizzera e Irlanda del Nord costringono gli Azzurri agli spareggi, un déjà vu amaro per i tifosi italiani. La sconfitta shock contro la Macedonia del Nord a Palermo segna una nuova esclusione dai Mondiali, un colpo durissimo per tutto il movimento calcistico italiano.
La perdita personale e il nuovo incarico
In mezzo a queste difficoltà, Mancini deve affrontare anche il dolore personale per la perdita dell’amico e collaboratore Gianluca Vialli. Nonostante tutto, la FIGC decide di confermare la fiducia nel tecnico, tanto da nominarlo anche coordinatore delle selezioni Under 20 e Under 21 nel tentativo di creare una struttura unitaria e coerente. Ma il 4 agosto 2023, inaspettatamente, Mancini rassegna le dimissioni, lasciando tutti increduli. Ben presto emergono indiscrezioni su un suo possibile trasferimento in Arabia Saudita, dove il 27 agosto viene ufficializzato come nuovo commissario tecnico. Il contratto faraonico da 25 milioni di euro all’anno per quattro anni riflette l’ambizione del Paese mediorientale di elevare il proprio status nel panorama calcistico internazionale.
Un nuovo capitolo in Arabia Saudita
Gli inizi sembrano promettenti, con un buon piazzamento nel girone di Coppa d’Asia. Tuttavia, la sconfitta agli ottavi di finale contro la Corea del Sud ai rigori è un campanello d’allarme. Le qualificazioni per i Mondiali del 2026 si rivelano un cammino tortuoso, con soli 5 punti raccolti in 4 partite, una sconfitta col Giappone e un deludente pareggio con il Bahrein che mettono in discussione la leadership di Mancini.
La conclusione di un viaggio intenso
Le tensioni crescono, il rapporto con la federazione saudita si deteriora, e le polemiche diventano insostenibili. L’avventura di Mancini in Arabia si conclude in un’atmosfera di disillusione, lontana dagli echi di Wembley. Un triennio che ha visto l’alternarsi di gioie immense e delusioni cocenti, un viaggio che ha lasciato un segno indelebile nella carriera di un uomo che ha vissuto intensamente il suo amore per il calcio.
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