La vittoria della Juventus sul Manchester City per 2-0 ha segnato un momento cruciale nella stagione della squadra bianconera e rappresenta un banco di prova significativo per il suo allenatore, Thiago Motta. Quando gli è stato chiesto se quella fosse la Juventus più bella che avesse mai visto, Motta ha evitato di rispondere direttamente, preferendo sottolineare le emozioni che una serata così intensa può suscitare. Tuttavia, i numeri della partita raccontano una storia differente, evidenziando un’interpretazione tattica che, sebbene non possa essere definita “dominante” nel possesso palla, ha portato a un risultato che potrebbe segnare una svolta per la Juventus.
Nella sfida contro il City, la Juventus ha registrato solo il 31.1% di possesso palla, rispetto al 68.9% degli avversari. Questi dati sono ancora più impressionanti se si considera che nel secondo tempo il possesso è calato ulteriormente, con la Juve che ha toccato il 27% contro il 73% dei Citizens. Questo potrebbe far pensare a una squadra tutta chiusa nella propria metà campo, ma la realtà è che la Juventus ha dimostrato un’efficacia straordinaria nelle ripartenze e nella gestione degli spazi.
L’approccio difensivo della Juve è stato esemplare. Nonostante la pressione del City, i bianconeri sono stati capaci di mantenere la porta inviolata, un risultato che non si vedeva dalla vittoria contro il Malmö dell’8 dicembre 2021. La prestazione di Di Gregorio in porta è stata fondamentale; le sue parate su Haaland e Gundogan hanno permesso alla squadra di rimanere in partita e di colpire al momento giusto. “Oggi gli attaccanti hanno fatto una partita incredibile nel proteggerci”, ha dichiarato Locatelli, mettendo in risalto il lavoro di squadra necessario per affrontare un avversario di tale spessore.
Anche la fase offensiva della Juventus ha mostrato segnali positivi. La rete di Dusan Vlahovic e il gol di Weston McKennie sono stati frutto di un gioco veloce e incisivo, che ha saputo sfruttare al meglio le occasioni create. Vlahovic ha sintetizzato l’importanza della vittoria, affermando che si tratta di un “risultato strepitoso per noi e che ci può dare una grandissima spinta per il resto della stagione”. Questo tipo di approccio, unito a una difesa solida, ha creato una sinergia che potrebbe rivelarsi determinante per il cammino della Juventus in Champions League.
I numeri parlano chiaro: la Juventus ha effettuato meno della metà dei passaggi totali rispetto al City (102 contro 138), e il baricentro medio della squadra è stato notevolmente più basso. Questo non deve essere visto come un segno di debolezza, ma piuttosto come una strategia ben definita, in cui la squadra ha scelto di sacrificare il possesso per garantire solidità difensiva e opportunità di contropiede.
La prestazione difensiva è stata un successo collettivo. Gatti, oltre a svolgere i suoi compiti di reparto, ha ispirato la prima rete con un’azione di semi rovesciata, mentre Kalulu ha garantito stabilità nel reparto difensivo. Danilo, figura esperta, ha esultato per ogni chiusura come se fosse un gol, dimostrando quanto sia importante la leadership in campo.
Motta, dal suo arrivo, ha sempre dichiarato di voler rendere felici i tifosi e di mantenere alti i colori bianconeri. A sei mesi di distanza da quel primo comunicato, la domanda sorge spontanea: è stata questa la Juventus più bella dell’era Motta? I numeri e le prestazioni parlano di un processo in evoluzione, di una squadra capace di affrontare le sfide con determinazione e carattere.
La vittoria contro il City, pur non essendo il prodotto di un gioco scintillante, ha dimostrato che la Juventus può adattarsi e trovare il modo di vincere anche quando il possesso palla non è dalla sua parte. La “cinicità” di cui ha parlato Motta si è rivelata fondamentale, e il “gioco” che tanto desidera esprimere potrebbe emergere ulteriormente nelle prossime partite, man mano che la squadra acquisisce fiducia e coesione.
Quindi, mentre la Juventus guarda avanti, la domanda rimane aperta: continuerà a costruire su questa vittoria e a mostrare una crescita costante sotto la guida di Motta? I numeri, per ora, suggeriscono di sì.
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