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La geniale Autobianchi A112: un’icona dell’automobilismo

Alla fine degli anni Sessanta, l’industria automobilistica italiana era dominata dalla Fiat, che rappresentava oltre la metà delle vetture sulle strade del paese. Le automobili straniere, come la Volkswagen Maggiolino, la Mini e la Citroën 2CV, erano soggette a pesanti tasse d’importazione, rendendo il loro acquisto poco conveniente per il cittadino italiano medio. In questo contesto, l’arrivo dell’Autobianchi A112 nel 1969, presentata al Salone di Torino, rappresentò una ventata di novità e riscosse un immediato successo.

L’innovazione della A112

La A112 nacque dal desiderio di creare un’auto compatta e versatile, capace di coniugare l’eleganza con la praticità, e di offrire un’alternativa italiana alle utilitarie straniere. Progettata da Dante Giacosa, la A112 non era solo un’auto alla moda, ma anche una vera innovazione tecnica. Il modello si basava sul progetto X1/2, un banco di prova per le tecnologie che sarebbero state poi utilizzate nella Fiat 127. Con il suo design accattivante e prestazioni brillanti, la A112 si impose rapidamente sul mercato.

Prestazioni e accessibilità

Il motore della A112 era un 903 cc, già noto per la sua affidabilità, che erogava 44 cavalli di potenza dichiarati, anche se in realtà erano 47. Questo permetteva all’auto di accelerare da 0 a 100 km/h in 13,7 secondi e di raggiungere una velocità massima di 144 km/h, performance eccellenti per un’auto del suo segmento. Il prezzo di partenza di 1.162.560 lire, che equivaleva a circa lo stipendio mensile medio di un lavoratore italiano, la rendeva accessibile a un vasto pubblico, contribuendo a tempi di consegna che superarono presto l’anno.

Evoluzione continua

Nel corso della sua lunga carriera, che si protrasse fino al 1986, la A112 fu continuamente aggiornata. Le modifiche riguardarono sia il design esterno che l’interno, con aggiornamenti che includevano nuovi paraurti, una diversa mascherina e cerchi ruota ridisegnati. All’interno, furono apportate migliorie alla plancia e ai sedili, mentre l’allestimento Elegant offriva finiture più curate e opzioni di verniciatura in tinta unica.

La svolta sportiva: A112 Abarth

La versione Abarth, introdotta nel 1971, rappresentò una svolta sportiva per la A112. Con un motore potenziato e un design distintivo, la A112 Abarth divenne subito un oggetto di desiderio per gli appassionati di auto sportive. La variante Abarth fu prodotta in diverse versioni, culminando con la 70 HP, che raggiungeva una velocità massima di 160 km/h.

Rivisitazioni e nuove versioni

Nel 1977, la A112 subì una significativa rivisitazione estetica e strutturale, volta a migliorare l’abitabilità e le prestazioni. Fu introdotto un nuovo motore da 965 cc, che offriva un’elasticità maggiore e un consumo di carburante ridotto. Allo stesso tempo, furono introdotte versioni come la Elite, che offrivano dotazioni più ricche e sofisticate, tra cui il cambio a cinque marce e l’accensione elettronica.

Il tramonto di un’icona

Con il passare degli anni, la A112 continuò a evolversi per adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Nel 1982, in vista del lancio della sesta serie, venne presentata una versione speciale chiamata Maquillage 1982, che includeva piccoli aggiornamenti estetici e funzionali. Tuttavia, con l’introduzione della Lancia Y10 nel 1985, la A112 si avviò verso la fine della sua produzione.

Anche se la fabbrica di Desio, dove la A112 veniva prodotta, fu chiusa nel 1992, la storia di questa iconica utilitaria rimane una testimonianza della capacità dell’industria automobilistica italiana di innovare e di adattarsi ai cambiamenti. Con oltre 1.250.000 unità prodotte in otto generazioni diverse, la A112 è stata non solo un successo commerciale, ma anche un simbolo di un’epoca in cui l’automobile era sinonimo di progresso e modernità. La sua eredità continua a vivere attraverso gli appassionati che ancora oggi ammirano la sua eleganza e la sua ingegnosità.

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