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La difficoltà della Juventus nel segnare: analisi dei primi tempi senza tiri in porta

La Juventus si trova in una situazione paradossale: da un lato, la squadra si presenta con una difesa solida e un’imbattibilità stagionale impressionante, dall’altro, fatica a trovare la via del gol, specialmente nei primi tempi. Nelle ultime partite contro Napoli, Genoa e Lazio, i bianconeri non sono riusciti a effettuare alcun tiro in porta nei primi 45 minuti, sollevando interrogativi sulla loro produzione offensiva.

La squadra di Torino, abituata a dominare il gioco, ha mostrato un possesso palla notevolmente alto, superando il 60% in media. Tuttavia, questo controllo del gioco si è rivelato spesso sterile, ridotto a un palleggio ordinato e insistito a centrocampo, ma senza la velocità e i movimenti necessari per creare vere occasioni da gol. I dati parlano chiaro: nessun passaggio filtrante è stato completato in queste partite, e dei 35 dribbling tentati, solo 16 sono andati a buon fine. In particolare, contro il Genoa, la Juventus non è riuscita a completare nemmeno un dribbling su quattro tentativi.

La sfida del ritmo e della creatività

Thiago Motta, il tecnico dei bianconeri, ha riconosciuto il problema del ritmo basso, ammettendo che a volte la squadra sembra mancare di dinamismo. Contro la Lazio, però, si è visto qualche segnale positivo, grazie anche alla superiorità numerica per gran parte del match. La squadra è riuscita ad alzare la percentuale di dribbling riusciti e ha aumentato il numero di cross, con 24 tentativi complessivi, un miglioramento rispetto alle partite precedenti.

Tuttavia, manca la fantasia, quella capacità di rompere gli schemi e creare qualcosa di inaspettato. Giocatori come Kenan Yildiz, nonostante il talento, hanno faticato a incidere in termini di tiri e duelli vinti. Nel match contro la Lazio, Yildiz ha vinto solo un duello su 14 tentati, mettendo solo due palloni in area in 90 minuti, a fronte dei 7 di Cambiaso e dei 4 di Weah, quest’ultimo in soli 36 minuti di gioco.

La speranza di un’inversione di tendenza

La speranza per un’inversione di tendenza potrebbe arrivare con il rientro di Francisco Conceiçao, un giocatore dotato di un’energia e una creatività che potrebbero dare nuova linfa all’attacco juventino. La sua capacità di osare e tentare la giocata potrebbe essere ciò che serve per sbloccare partite che altrimenti sembrano destinate a concludersi senza reti.

Il problema, tuttavia, non è solo individuale. La Juventus sembra dipendere troppo dagli episodi, come giocate individuali, rigori o errori degli avversari, per sbloccare le partite. Questo approccio, sebbene possa funzionare in alcune circostanze, non garantisce continuità e può risultare rischioso contro squadre ben organizzate.

La sfida degli infortuni e della prevedibilità

Inoltre, l’assenza di giocatori chiave per infortuni ha certamente influito sulla fluidità del gioco e sulla capacità della squadra di costruire azioni pericolose. La mancanza di variabili tattiche e l’eccessiva prevedibilità nelle azioni offensive sono aspetti su cui lo staff tecnico dovrà lavorare intensamente.

La Juventus ha tutto il potenziale per tornare ad essere una macchina da gol, ma ciò richiede un cambiamento di approccio, un’iniezione di creatività e, forse, un pizzico di coraggio in più da parte dei giocatori. Mentre la difesa continua a offrire una sicurezza invidiabile, è l’attacco che deve trovare nuove soluzioni per trasformare il dominio territoriale in concrete occasioni da gol e, infine, in vittorie convincenti.

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