Il panorama letterario dedicato al calcio è vasto e variegato, composto da opere di ogni genere, che spaziano da quelle più accademiche a quelle puramente narrative. Tuttavia, ogni tanto emerge un lavoro che si distingue per originalità e creatività. “Nel mezzo del pallon di nostra vita”, scritto da Luigi Garlando, rappresenta senza dubbio un pezzo unico, un’opera che riesce a fondere la passione per il calcio con la grande letteratura italiana, in particolare l’immortale “Divina Commedia” di Dante Alighieri. Garlando, noto giornalista sportivo e firma di punta della Gazzetta dello Sport, ha creato una mini Divina Commedia in 16 canti, utilizzando endecasillabi e terzine dantesche per raccontare le avventure del suo protagonista, Roberto De Zerbi, un allenatore che si trova a percorrere un viaggio tra inferno, purgatorio e paradiso calcistico.
Nel libro, De Zerbi assume il ruolo di un moderno Dante, mentre Nils Liedholm diventa il suo Virgilio, una guida esperta che lo accompagna attraverso i vari regni del calcio. In questo universo, i valori morali sono chiari: i giocatori e gli allenatori che si sono distinti per il loro gioco spettacolare vengono premiati, mentre coloro che hanno adottato un approccio più difensivo, come i catenacciari, sono condannati a una sorta di eterno castigo. Garlando non risparmia critiche a figure del calcio contemporaneo, come Massimiliano Allegri e Walter Mazzarri, collocandoli in cerchi dell’inferno, dove devono confrontarsi con le conseguenze delle loro scelte calcistiche.
Il viaggio di De Zerbi è ricco di immagini e situazioni surreali, che evocano la poetica dantesca ma con un tocco di ironia e umorismo. Un momento particolarmente memorabile è quando l’arbitro Collina, simile a Minosse, regola il traffico delle anime calcistiche, consultando il VAR per prendere decisioni cruciali. Materazzi, noto per il suo famoso scontro con Zidane, viene ritratto mentre affronta le fiere infernali, e il suo destino diventa un chiaro esempio di contrappasso, un tema ricorrente nella Commedia di Dante.
Un altro personaggio fondamentale è Zlatan Ibrahimovic, che nel girone dei mercenari sfila in passerella con tutte le maglie della sua carriera. La sua presenza nel libro è emblematica della complessità del calcio moderno, dove il talento e l’ego possono coesistere in modi sorprendenti. Mazzarri, invece, è descritto in una scena toccante in cui piange, vestito da Pierrot, evocando un’immagine di vulnerabilità e umanità che contrasta con l’immagine spesso machista del mondo del calcio.
L’idea di collocare alcuni dei più grandi nomi del calcio in un contesto che richiama l’aldilà è un espediente narrativo brillante. I risultati delle partite diventano una sorta di schedina celeste, con Ibrahimovic in purgatorio, Materazzi e Mario Balotelli all’inferno, mentre Garrincha e George Best risiedono in paradiso. Questa rappresentazione permette di riflettere non solo sulle carriere di questi calciatori, ma anche sul loro impatto sul gioco e sulla cultura calcistica in generale.
Il viaggio di De Zerbi culmina in un incontro con le leggende del calcio, un vero e proprio paradiso per un allenatore che sogna di far divertire il pubblico. Qui, i miti del football si riuniscono, discutendo di tattiche e strategie, condividendo storie di gloria e di sconfitte. Le citazioni dantesche inserite nel testo non solo arricchiscono la narrazione, ma offrono anche spunti di riflessione per chi desidera approfondire la propria conoscenza della Commedia.
Un momento chiave del libro è l’incontro tra De Zerbi e Maradona, un dialogo che si trasforma in una profezia sul futuro dell’allenatore. Maradona, con la sua aura di leggenda, predice che De Zerbi avrà un futuro di successo al Barcellona, un sogno che, sebbene possa sembrare irraggiungibile all’inizio della narrazione, si rivela possibile. Questa evoluzione del protagonista, da un allenatore disoccupato e demotivato a una figura di spicco nel calcio mondiale, riflette non solo la resilienza del personaggio ma anche la capacità del calcio di trasformare le vite.
In questo modo, “Nel mezzo del pallon di nostra vita” non è solo un’opera letteraria, ma anche un viaggio metaforico attraverso le passioni, le ambizioni e le sfide che caratterizzano il mondo del calcio. Garlando riesce a catturare l’essenza di questo sport, regalando ai lettori un’esperienza che va oltre la semplice narrazione, invitandoli a riflettere sul significato più profondo del gioco e sui valori che lo animano.
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