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Knecht sorprende tutti e conquista i lakers

Nella frenetica giungla dell’NBA, dove i riflettori spesso brillano più intensamente su nomi illustri e promesse di alto profilo, una nuova stella è emersa dai margini, pronta a riscrivere le aspettative: Dalton Knecht. La matricola dei Los Angeles Lakers ha letteralmente acceso il parquet durante l’incontro contro gli Utah Jazz, segnando ben 37 punti, di cui 27 solo nel secondo tempo e 21 nel terzo quarto. La sua prestazione da urlo ha incluso 9 canestri da tre punti, che hanno messo in ginocchio la difesa avversaria e spinto i Lakers verso una vittoria decisiva. Ma chi è veramente Dalton Knecht e come è arrivato a diventare il protagonista inaspettato della stagione dei Lakers?

Il percorso di Dalton Knecht

Knecht è stato scelto dai Lakers con la chiamata numero 17 del Draft 2024, un’opzione che molti hanno considerato sorprendente, specialmente alla luce delle sue brillanti prestazioni collegiali. Giocando per la Tennessee University, Knecht ha fatto registrare una media di 21.7 punti a partita, guadagnandosi il riconoscimento di All-American. Nonostante ciò, il suo cammino verso l’NBA è stato tutt’altro che lineare. La sua storia è quella di un giovane che ha dovuto affrontare e superare le aspettative ridotte e i pregiudizi che spesso si accompagnano a chi non ha un profilo atletico “esplosivo”.

Riconoscimento e sottovalutazione

Il giudizio di LeBron James è particolarmente significativo in questo contesto. Il Re ha parlato con ammirazione di Knecht, affermando che le altre 16 squadre che lo hanno ignorato al Draft hanno commesso un errore. “Non l’hanno scoperto i Lakers”, ha detto LeBron, “sono le altre squadre che hanno fatto una cavolata”. Questo commento non è solo una lode al talento di Knecht, ma un segnale di quanto il suo apporto possa essere cruciale per la squadra, un aspetto spesso trascurato da scout e analisti.

Perché Knecht è stato sottovalutato?

Le ragioni della sottovalutazione di Knecht nel Draft risiedono nelle dinamiche del mercato NBA, dove le squadre spesso scelgono giovani con potenziale esplosivo piuttosto che giocatori pronti per il grande salto. Nonostante le sue impressionanti statistiche collegiali, Knecht non era visto come un fenomeno o un atleta da highlight, fattori che lo hanno relegato in una posizione di secondo piano rispetto ad altri prospetti più attraenti.

La sua impatto nei Lakers

Sotto la guida dell’allenatore Coach Redick, che lo ha promosso in quintetto nelle ultime partite, Knecht ha dimostrato di poter coesistere con star del calibro di Anthony Davis e LeBron James, apportando un contributo significativo sia in termini di punti che di spaziature in campo. Con un record di 10-4 e sei vittorie consecutive, i Lakers sembrano aver trovato una gemma nel loro giovane tiratore. Attualmente, Knecht segna in media 11.3 punti a partita, con una percentuale di tiro dal campo del 52% e una percentuale da tre punti del 46.4%. Questi numeri non sono solo impressionanti, ma rivelano anche una capacità di mantenere la calma e giocare in modo intelligente, limitando le palle perse a meno di mezzo per partita in 21.5 minuti di utilizzo.

Il suo percorso non è stato privo di sfide. Prima di approdare a Tennessee, Knecht ha dovuto faticare per dimostrare il suo valore, giocando in college a Northeastern Junior College e Northern Colorado. La sua storia è emblematicamente quella di un giocatore che ha dovuto combattere per ogni opportunità, un fatto che lo rende ancora più determinato a dimostrare il suo valore nel più grande palcoscenico del mondo.

In un’era in cui il talento è spesso misurato in termini di esplosività e atletismo, Knecht dimostra che il basket è anche una questione di intelligenza, abilità e capacità di saper fare canestro. Con il suo stile di gioco pulito e la capacità di segnare con regolarità, Dalton Knecht non è solo un nome da tenere d’occhio, ma una prova vivente che la perseveranza e la dedizione possono portare a risultati sorprendenti.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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