La Juventus sta affrontando una fase cruciale della sua storia, in cui l’attenzione è completamente rivolta al risanamento dei conti, piuttosto che a progetti ambiziosi come la Superlega. Durante l’ultima assemblea degli azionisti, tenutasi all’Allianz Stadium, è emersa chiaramente la volontà della dirigenza di concentrarsi su un piano di stabilizzazione economica, come ribadito dall’amministratore delegato Maurizio Scanavino. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto al passato, quando le assemblee erano spesso caratterizzate da discussioni più politiche e ambizioni sportive di alto livello.
La Juventus ha attraversato un periodo di turbolenze, non ultimo l’addio di Cristiano Ronaldo, le difficoltà legate alla pandemia di Covid-19 e le indagini sui bilanci. Questi eventi hanno portato a una situazione finanziaria critica, con un passivo di -199 milioni per la stagione 2023-24. L’obiettivo a lungo termine è quello di tornare all’utile entro la stagione 2026-27, un traguardo che richiede un impegno notevole e una strategia ben definita.
La scelta di abbandonare il progetto della Superlega, sebbene non sia stata ufficialmente confermata da Real Madrid e Barcellona, è stata interpretata come una mossa pragmatica per evitare ulteriori conflitti con l’UEFA, un’agenzia che la Juventus non può permettersi di antagonizzare in questo momento delicato. L’assemblea degli azionisti ha assunto un carattere molto tecnico, concentrandosi sull’approvazione dei bilanci e delle modifiche statutarie, piuttosto che su piani futuri di espansione o progetti calcistici.
Gianluca Ferrero, il nuovo presidente della Juventus, ha posto l’accento sulla vastità della struttura societaria, che comprende 22 squadre e 650 atleti, sottolineando come la Juventus sia molto più di una semplice squadra di calcio. È un’organizzazione globale con oltre 180 milioni di follower sui social media, un asset che può e deve essere sfruttato per generare entrate.
Il management bianconero ha intrapreso misure rigorose per contenere i costi. Gli stipendi dei calciatori sono stati ridotti da 255 a 239 milioni, e gli ammortamenti dei cartellini sono scesi da 146 a 126 milioni. Questi sforzi hanno portato a un risparmio totale di 36 milioni, e il piano di razionalizzazione continua con ulteriori riduzioni. Per il mercato estivo, la Juventus ha scelto di puntare su calciatori meno costosi e su investimenti a lungo termine, mentre si cerca di valorizzare i talenti emergenti provenienti dalle giovanili.
Le plusvalenze nette generate dalla Juventus nel 2024-25 ammontano già a 63 milioni, un dato importante per alimentare il fatturato e rispettare le normative UEFA, che impongono limiti ai costi sportivi in relazione ai ricavi. La società è ottimista e si aspetta di raggiungere obiettivi cruciali, come il ritorno in Champions League e la partecipazione a eventi importanti come la Supercoppa italiana e il Mondiale per club.
Tuttavia, ci sono anche sfide significative da affrontare. La perdita del main sponsor Jeep potrebbe comportare un buco di 45 milioni nel bilancio, sebbene il compenso della casa automobilistica fosse già stato ridotto a 38 milioni nella stagione 2023-24. Le trattative con potenziali nuovi sponsor sono in corso, ma il management non ha fornito indicazioni chiare sui tempi, mantenendo un certo riserbo.
Il piano strategico della Juventus è di lungo termine, senza ulteriori aumenti di capitale previsti dopo l’iniezione di 200 milioni effettuata qualche mese fa. L’obiettivo è chiudere l’esercizio 2024-25 con una perdita contenuta, rispetto al -199 milioni del 2023-24. Tuttavia, la reale misura di questo successo dipenderà dai risultati sul campo, e la pressione è alta per il settore sportivo.
La Juventus, dunque, sembra essere impegnata in un percorso di ricostruzione e risanamento, con la speranza di ristabilire la propria posizione nel panorama calcistico europeo. La strada è lunga e piena di insidie, ma la determinazione di riportare la società a un equilibrio economico e sportivo è evidente. I tifosi e gli azionisti osservano attentamente, in attesa di vedere se le scelte attuali porteranno i risultati auspicati nel futuro.
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