Il tennis italiano sta vivendo un periodo di straordinaria ascesa, e tra le nuove stelle pronte a brillare nel circuito professionistico c’è Federico Cinà, soprannominato affettuosamente “Pallino”. Fin da piccolo, Cinà ha mostrato un talento innato per il tennis, iniziando a maneggiare la racchetta all’età di tre anni e rivelando già a 11 mesi una predisposizione per colpire oggetti con pentole e bottiglie. Questo legame con la racchetta e il campo è diventato parte integrante della sua vita, portandolo a viaggiare con il padre, Francesco Cinà, nei luoghi più iconici del tennis mondiale.
Oggi, a soli 17 anni, Federico sta vivendo un momento di grande crescita sportiva. Con un balzo di oltre 1300 posizioni nel ranking mondiale, attualmente si trova al numero 516, secondo tra gli under 18, a soli 40 punti dal primo, il tedesco Engeli. La sua stagione è ancora lontana dalla conclusione: dopo una meritata pausa nella sua amata Sicilia, si prepara a partire per Doha, dove parteciperà a tornei ITF.
Dopo un inizio d’anno non facile, caratterizzato da difficoltà sia fisiche che nei risultati, Cinà ha saputo riprendersi alla grande. “Assolutamente sì”, afferma con entusiasmo. “Già in estate sentivo di stare crescendo, ma la vera svolta è stata la vittoria a Buzau, un torneo da 15.000 dollari, che mi ha dato una grande fiducia. Poi ho fatto bene anche a Satu Mare, dove sono arrivato in semifinale battendo giocatori più esperti di me”.
La sua esperienza in Giappone, dove ha partecipato a tre tornei Challenger, ha ulteriormente rafforzato la sua consapevolezza e motivazione. “A Matsuyama, sul cemento, ho raggiunto i quarti di finale, sconfiggendo Li Tu, numero 175 al mondo. Giocare a quel livello è stata una vera iniezione di fiducia”. Ma cosa è cambiato rispetto ai mesi precedenti, specialmente dopo la delusione agli Australian Open juniores? “La consapevolezza nei miei mezzi è cresciuta. Vincere aiuta a vincere, e dopo il torneo in Romania ho capito cosa posso fare. Prima mi mancava un po’ di fiducia, ora è arrivata”.
Federico ha deciso di abbandonare i tornei juniores, compresi gli Slam, per concentrarsi su eventi ITF e Challenger, una scelta che riflette la sua determinazione a progredire nel circuito maggiore. “Non sarò a Melbourne e inizierò la stagione un po’ più tardi rispetto agli altri anni, ma con una buona preparazione, un po’ a Tirrenia e un po’ a Palermo”. Questo approccio strategico, combinato con il sostegno del padre Francesco, ex numero 427 ATP e allenatore di Roberta Vinci, si sta rivelando vincente.
“Ho lavorato duramente con lui e con il mio preparatore, Marco Salerno. In questa fase della mia vita, è fondamentale curare il fisico, e ho fatto un grande salto di qualità anche in questo senso”. La presenza di un padre con una carriera nel tennis professionistico è un grande vantaggio, ma Federico sottolinea che il loro rapporto va oltre il semplice allenamento. “Con lui non si tratta solo di lavoro, ci divertiamo anche. È un padre molto equilibrato, professionale ma affettuoso”.
La recente esplosione del tennis italiano, con atleti come Jannik Sinner, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti che dominano le classifiche, è una fonte di grande ispirazione per i giovani come Cinà. “È stimolante vedere il dominio dell’Italia nel tennis. Il mio desiderio è far parte di quel ‘giro’ il prima possibile. La federazione sta facendo un ottimo lavoro e noi giovani stiamo cercando di seguire le orme dei grandi”.
Parlando dei suoi rapporti con i top player azzurri, Cinà esprime entusiasmo: “Con Jannik e Matteo ho un buon rapporto, anche se non ho ancora avuto l’occasione di palleggiare con loro. Spero di farlo presto. Con Lorenzo, invece, ho avuto l’opportunità di giocare sul Centrale di Wimbledon durante il suo riscaldamento per la semifinale, un’esperienza indimenticabile”.
Tuttavia, il suo cuore batte per un altro grande campione: Novak Djokovic. “Lui è il mio idolo. Mi piace anche Medvedev, con il quale mi sono allenato, ma faccio sempre il tifo per gli italiani”. Guardando al futuro, Cinà ha le idee chiare: “Nel 2025 voglio continuare a crescere, migliorare sia fisicamente che mentalmente. Il ranking non è ancora la mia priorità, ma entrare tra i primi 200 sarebbe un’impresa fantastica”.
La strada è lunga, ma con la determinazione e il talento che ha dimostrato finora, il futuro di Federico “Pallino” Cinà si preannuncia luminoso.
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