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Isiah Thomas: il genio controverso che sfidò Jordan e fece crollare una lega

Isiah Thomas, noto nel mondo della pallacanestro come “Zeke”, è una figura che suscita sentimenti contrastanti. Per i suoi amici, rappresenta un compagno leale e affettuoso, ma per molti altri è semplicemente uno stronzo. Questo dualismo caratteriale ha accompagnato la sua carriera, sia sul campo che nella vita professionale successiva. Thomas è stato uno dei più grandi playmaker della storia della NBA, un atleta che ha lasciato un’impronta indelebile nel gioco. Tuttavia, il suo comportamento e le sue scelte hanno spesso sollevato polemiche, portandolo a essere visto come un personaggio antipatico.

Le origini e le sfide di Isiah Thomas

Nato e cresciuto nel ghetto del West Side di Chicago, Isiah ha affrontato difficoltà significative fin dalla giovane età. Sua madre gestiva un centro ricreativo per giovani, mentre suo padre, dopo aver perso il lavoro in fabbrica, cadde in depressione e abbandonò la famiglia. Isiah, il più giovane di nove figli, viveva in condizioni di povertà, spingendosi a cercare avanzi di cibo nei rifiuti. La pallacanestro, per lui, non era solo un sogno, ma una via di fuga da una vita di stenti. Già da bambino, si dimostrò talentuoso, imitando le gesta del fratello maggiore Larry, e attirando l’attenzione di allenatori locali.

La carriera scolastica e il successo universitario

La sua carriera scolastica si sviluppò presso la St. Joseph’s High School, dove si distinse come uno dei migliori giocatori. La sua abilità sul campo gli garantì l’accesso a una borsa di studio all’Indiana University, dove, sotto la guida di Bobby Knight, vinse il titolo NCAA nel 1981. Scegliendo di dichiararsi per il draft NBA, Thomas fu scelto dai Detroit Pistons con la seconda chiamata assoluta. Qui, divenne il fulcro della squadra, contribuendo a vincere due titoli consecutivi nel 1989 e 1990. I Bad Boys di Detroit, con la loro mentalità aggressiva e il loro stile di gioco fisico, si guadagnarono una reputazione temuta in tutta la lega.

Rivalità e controversie

Isiah Thomas non era solo un grande giocatore; era anche un leader controverso. Le sue rivalità, in particolare con Michael Jordan, segnarono un’era del basket. Durante l’All-Star Game del 1985, si dice che Thomas e altri giocatori abbiano cercato di escludere Jordan dalla partita, una manovra che avrebbe avuto ripercussioni devastanti per lui. Questo episodio non solo ha danneggiato la sua reputazione, ma ha anche influito sulla sua carriera internazionale, escludendolo dal Dream Team per le Olimpiadi di Barcellona nel 1992, un’opportunità che molti consideravano scontata.

La carriera post-NBA e le sfide nel business

Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Thomas tentò di dedicarsi al business, ma qui, come nel basket, le sue scelte furono spesso discutibili. La sua esperienza come vicepresidente esecutivo dei Toronto Raptors si rivelò disastrosa, con una media di sole 22 vittorie a stagione. Successivamente, assunse la carica di allenatore dei Pacers, ma il suo operato portò a un declino della squadra. La sua gestione della Continental Basketball Association (CBA) fu ancor più tragica. Comprò la lega nel 1999, ma le sue decisioni affrettate e il tentativo di tagliare i costi portarono al suo crollo. La CBA, che era esistita per oltre cinquant’anni, dichiarò fallimento nel 2001, e il New York Times lo definì come un esempio di cattiva gestione aziendale.

L’epilogo della carriera e le controversie personali

Il suo arrivo ai New York Knicks come direttore delle operazioni di basket fu l’epitome della sua carriera controversa. Nonostante le sue credenziali da campione NBA, Thomas non riuscì a riportare la squadra al successo, anzi, contribuì a una gestione disastrosa che portò a un monte salari insostenibile e a un record disastroso. I suoi problemi non si limitarono al campo; nel 2006, fu coinvolto in uno scandalo di molestie sessuali, che culminò in un accordo extragiudiziale costoso per la franchigia. Le sue parole in aula, caratterizzate da un linguaggio inappropriato e offensivo, emersero come un riflesso della sua personalità complessa e spesso problematica.

L’eredità di Isiah Thomas nel mondo del basket

La sua avventura nel basket femminile, come presidente delle New York Liberty, non migliorò la sua reputazione. Anche in questo caso, le sue scelte portarono a risultati deludenti. La carriera di Isiah Thomas, segnata da successi sportivi straordinari ma anche da fallimenti clamorosi, è una testimonianza di come le doti atletiche non sempre garantiscano una carriera post-competitiva di successo. La vita di Isiah Thomas è un racconto di vittorie e sconfitte, di trionfi e controversie, che continua a incantare e a dividere gli appassionati di basket.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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Luca Baldini

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