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Mannarino, il tennista che sta conquistando Parigi

A Melbourne, cinque ore e una maratona dopo l’inizio del match contro Ben Shelton, un sorridente Adrian Mannarino si prepara per l’intervista post-gara. Di fronte a un pubblico australiano che non smette di applaudirlo, il tennista francese si trova sotto i riflettori. Alla domanda del giornalista su quale sia il segreto per mantenersi in forma alla sua età, Mannarino risponde con un’ironia disarmante: “La tequila. Mi aiuta a non pensare”. Con questa battuta, ha conquistato il cuore degli australiani, diventando il loro beniamino per un giorno.

Adrian Mannarino è un inno alla normalità, una celebrazione della vita quotidiana. Non ha il diritto fulminante di altri tennisti né serve palline a 240 chilometri orari, ma nella sua semplicità riesce a compiere gesta straordinarie. Un esempio di ciò è stata la sua vittoria a Bercy contro Tommy Paul, di fronte al pubblico francese in delirio. Paul, numero 12 del mondo, stava cercando di costruire una candidatura per le ATP Finals di Torino, ma Mannarino ha distrutto i suoi sogni in meno di due ore, guadagnandosi applausi scroscianti.

Nonostante non sia al 100% della forma fisica, Adrian è tornato a sorprendere avversari superiori a lui. Sta concludendo il 2024 come l’aveva iniziato: tra vari infortuni che hanno messo a dura prova il suo ranking. Nove mesi fa, aveva raggiunto il suo miglior piazzamento in carriera, il numero 17, grazie a un Australian Open memorabile non solo per le sue prestazioni sul campo, ma anche per gli episodi fuori dal terreno di gioco. Infatti, Mannarino è noto per non voler sapere chi sarà il suo prossimo avversario, una strategia che sostiene lo aiuti a concentrarsi meglio.

A Melbourne, nel tragitto in taxi per il secondo turno, l’autista gli augura buona fortuna per il match contro Munar, notizia che sorprende lo stesso Mannarino. Risate a bordo del taxi, ma meno divertiti sono stati i giornalisti serbi che, dopo la vittoria contro Shelton, hanno atteso invano per oltre mezz’ora per chiedergli del match contro Djokovic. Alla fine, un organizzatore ha avuto pietà dei cronisti, spiegando che Adrian non parla mai del prossimo avversario.

La sfida contro Djokovic

Contro Djokovic, Mannarino ha perso con un netto 6-0, 6-0, 6-3. Un risultato forse prevedibile, considerando che il francese non ha mai battuto uno dei Big Four. Eppure, è un avversario che nessuno vuole incontrare sul circuito. Prima della sconfitta con Djokovic, aveva vinto 11 delle ultime 12 partite giocate al quinto set, dimostrando una straordinaria resistenza fisica e mentale. Adrian è un maratoneta silenzioso: non ha la muscolatura dei ventenni, né il servizio di Perricard o l’altezza di Opelka. La sua “normalità” può mettere in difficoltà gli avversari. “Dopo un’ora contro di me, non sai più come giocare”, disse una volta Gasquet.

Un esempio di normalità straordinaria

Carolina Garcia, una sua amica, ha detto che Mannarino dimostra come anche i normodotati possano eccellere nel tennis. Sebbene il commento potesse sembrare poco lusinghiero, Adrian l’ha preso con il suo solito sorriso. È un asceta del circuito, uno di quelli che scoprono il nome del prossimo avversario solo per sbaglio. A Melbourne, ha scoperto di dover giocare contro Shelton solo perché voleva vedere con chi giocavano i suoi amici Mahut e Roger-Vasselin nel doppio.

Un anno di successi

Il 2023 è stato un anno positivo per Mannarino, con vittorie a Newport, Astana e Sofia, portando a cinque i suoi titoli ATP, tutti su erba e cemento. “La terra battuta è un cimitero”, spiegava in un’intervista, e quest’anno ha partecipato ai tornei su terra più per cortesia verso gli organizzatori che per reale interesse competitivo.

Il legame con il pubblico di Parigi

A Parigi, apprezza molto di più il Masters 1000 di Bercy, dove il pubblico lo ama a tal punto da avergli dato il soprannome “Le Divine Chauve”, il Pelato Magico, un titolo che evoca leggende come Zidane e Pantani. La sua scelta di non avere sponsor per l’abbigliamento riflette la sua filosofia di vita: “Preferisco che i soldi arrivino da una vittoria in un match Slam, più che dagli abiti”.

L’umorismo che conquista

In United Cup, l’anno scorso, ha conquistato tutti con il suo senso dell’umorismo. Edouard Roger-Vasselin ha dichiarato che Adrian è uno dei più divertenti della squadra, famoso per il suo umorismo nero. Mannarino ha iniziato l’ATP di Parigi-Bercy da numero 58 del mondo, cercando di risollevare il proprio ranking con prestazioni solide come quella contro Paul: pochi errori, due soli break concessi, e un’intelligenza tattica che gli ha permesso di avanzare nel torneo. Per chi sarà il prossimo match? Adrian non lo sa, e forse è proprio questo che lo rende unico e speciale nel panorama del tennis mondiale.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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