Salvatore Esposito è un nome che risuona con orgoglio tra le vie di Castellammare di Stabia, una città che ha visto crescere molti talenti del calcio. La sua storia inizia su un campetto di cemento con porte arrugginite, un luogo che ha plasmato non solo le sue abilità calcistiche, ma anche quelle dei suoi fratelli. Questo rettangolo verde, segnato dal tempo, si trova a pochi passi dallo Stadio Menti, un simbolo per la comunità locale e per chi, come Esposito, sogna di calcare campi importanti.
Domenica segna un ritorno speciale per Salvatore, il centrocampista dello Spezia, che affronterà la Juve Stabia, una partita che non è solo un evento sportivo, ma un incontro con le proprie radici. L’emozione è palpabile nelle sue parole: “Non so se riuscirò a dormire la notte precedente, è una partita troppo speciale”. È un momento di grande significato, non solo per lui, ma anche per suo fratello Pio, un giovane attaccante del 2005 che ha già dimostrato il suo potenziale con gol importanti, spesso serviti da assist proprio del fratello maggiore.
La carriera di Salvatore nello Spezia è stata una crescita continua. Oggi, sotto la guida di mister D’Angelo, la squadra è terza in classifica in Serie B, un campionato difficile dove ogni punto può fare la differenza. “La Serie B è un campionato complicato, basta poco per ritrovarsi giù in classifica. Stare lì fa piacere, ma il nostro obiettivo resta la salvezza”, ha dichiarato Esposito, sottolineando la determinazione di un gruppo che lavora sodo per mantenere la posizione.
Nonostante l’obiettivo primario sia la salvezza, la squadra ha il diritto di sognare in grande grazie ai risultati ottenuti: sei vittorie e sei pareggi, senza sconfitte, con la miglior difesa del campionato. Il segreto di questo successo? Esposito non ha dubbi: “Il nostro rapporto con l’allenatore è la chiave. È riuscito a compattare lo spogliatoio, tutti sentiamo a pieno la sua fiducia”.
Sul piano personale, Salvatore sta vivendo un momento d’oro. Con già 2 gol e 6 assist in stagione, il suo contributo è fondamentale. “Vivo un periodo positivo, sono molto felice. Spero di continuare a mandare in porta i compagni. In attacco c’è mio fratello Pio, quindi è tutto più semplice”. I fratelli Esposito, un binomio vincente che segna e serve con naturalezza, come dimostrato nei match contro Carrarese e Modena.
Il legame tra Salvatore e i suoi fratelli, Sebastiano e Pio, è forte e radicato nel calcio. Hanno trascorso pomeriggi interi a giocare nel campetto del rione Cicerone, un luogo che ha forgiato il loro talento. “Passavamo i pomeriggi a fare gol e a provare dribbling. Quel quadrato verde incastrato tra i palazzi ci ha forgiato”, ricorda Salvatore. Ora, con la maturità e il successo, sentono il bisogno di restituire qualcosa al loro quartiere, migliorando quello stesso campetto che li ha visti crescere.
La famiglia Esposito ha sempre coltivato il talento calcistico, supportata da chi ha creduto in loro fin dall’inizio. Salvatore ricorda con affetto le prime esperienze al Club Napoli, dove anche un giovane Gianluigi Donnarumma si allenava. L’incontro con Roberto Clerici del Brescia, che ha scoperto tanti campioni, è stato un punto di svolta. Anche Sebastiano ha avuto la sua occasione in un’amichevole, dimostrando il suo valore in pochi minuti.
Mentre Salvatore prosegue il suo cammino nello Spezia, guarda con fiducia al futuro. “Cerco di dare il massimo per la squadra, vorrei restare qui a lungo. Al resto non ci penso. Se devo guardare al futuro mi immagino nel calcio italiano o in quello spagnolo”. Tuttavia, un sogno comune con i fratelli resta quello di indossare la maglia della Nazionale, un traguardo che rappresenterebbe un orgoglio per tutta la famiglia Esposito.
E quando Salvatore pensa al finale della sua carriera, non può fare a meno di immaginarsi nuovamente a Castellammare, magari chiudendo il cerchio con la Juve Stabia, la squadra che ha visto nascere la sua passione calcistica. “Non dimenticheremo mai da dove siamo partiti. Quel campetto di cemento ci ha resi quelli che siamo”, conclude, con una promessa di cuore alla sua città natale.
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