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Il singolare primato del Costa d’Amalfi nella Serie D: un abbonato solitario!

La storia del Costa d’Amalfi, piccolo club calcistico campano che milita nella Serie D italiana, è affascinante e desolante. Questo club rappresenta un’unione di ben 14 comuni della splendida Costiera Amalfitana e ha vissuto la scorsa stagione un momento storico con la promozione in Serie D, dopo aver vinto la finale playoff contro il Bisceglie. Tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere una stagione di festa si è trasformata in una serie di difficoltà inaspettate.

Le difficoltà logistiche del Costa d’Amalfi

Il presidente del club, Nicola Savino, ha espresso la sua profonda frustrazione per l’attuale situazione del Costa d’Amalfi. La squadra si ritrova a giocare le partite interne al “Pasquale Novi” di Angri, distante ben 24 chilometri dalla loro città d’origine, Maiori. il motivo di questa lontananza è l’impossibilità di utilizzare il loro stadio casalingo, il “San Martino” di Maiori, che non è ancora stato omologato per accogliere partite di Serie D. Questa mancanza ha avuto un impatto significativo sul supporto dei tifosi, tanto che il club ha registrato un solo abbonato per l’intera stagione: un giovane di 18 anni, simbolo di una passione che resiste nonostante tutto.

Impatto sui risultati sportivi

Questo isolamento dal loro territorio ha avuto ripercussioni anche sui risultati sportivi. Il Costa d’Amalfi si trova attualmente al quartultimo posto del proprio girone, con soli 4 punti raccolti in sei giornate di campionato. Un risultato che non riflette l’entusiasmo e la passione che caratterizzavano la squadra solo pochi mesi fa, quando le domeniche erano animate dai cori dei tifosi nel piccolo stadio di Maiori.

Sfide e resilienza del club

Il problema dello stadio è solo una delle sfide che il Costa d’Amalfi deve affrontare. La società ha investito ingenti risorse per prepararsi alla nuova categoria, con l’obiettivo di consolidare la propria presenza in Serie D. Tuttavia, la mancanza di un adeguato supporto da parte delle istituzioni e del territorio ha lasciato il club in una situazione precaria, costretto a navigare in acque tempestose senza una chiara direzione.

Un simbolo di comunità e speranza

Nonostante le difficoltà, il Costa d’Amalfi continua a dimostrare un forte spirito di comunità e aggregazione, valori sui quali è stato fondato nel 2012 dalla fusione di tre associazioni sportive locali. La squadra rappresenta tutti i paesi costieri, da Positano a Cetara, e si impegna a valorizzare il calcio locale come strumento di educazione e partecipazione per i giovani “Costaioli”. In risposta alla situazione attuale, il club ha annunciato un contest che permetterà a un fortunato tifoso di vincere un abbonamento. Questo abbonamento è stato generosamente acquistato da un supporter residente a Torino, il quale, impossibilitato a seguire le partite di persona, ha deciso di donarlo a un altro tifoso per mantenere viva la passione.

Il caso emblematico del Costa d’Amalfi

Il caso del Costa d’Amalfi è emblematico delle sfide che molti piccoli club calcistici si trovano ad affrontare in Italia. La mancanza di infrastrutture adeguate e il supporto limitato da parte delle istituzioni locali possono rapidamente trasformare un sogno in un incubo. Tuttavia, la storia del club campano è anche una testimonianza della resilienza e della determinazione di una comunità che non si arrende di fronte alle avversità.

Lotta per l’identità e l’orgoglio

In questo contesto, il Costa d’Amalfi continua a lottare per mantenere viva la sua identità e il suo orgoglio. Nonostante le difficoltà, il club rappresenta un simbolo di unità e speranza per la Costiera Amalfitana, un faro di passione calcistica in una regione famosa per la sua bellezza naturale e la sua ricca storia culturale. L’auspicio è che, con il tempo, il Costa d’Amalfi possa superare le attuali difficoltà e tornare a giocare davanti al proprio pubblico, nel proprio stadio, celebrando il calcio come un’occasione di festa e aggregazione per tutta la comunità.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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