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Il sequestro da far west e il misterioso riscatto al vicepresidente del milan

Era il 14 febbraio 1977, una data che per molti evoca romanticismo, ma per la famiglia Colombo si trasformò in un incubo. A Bellusco, un tranquillo comune della Brianza, la serata stava scorrendo lenta nel “Bistro”, il bar locale, quando un’azione violenta cambiò per sempre le vite di tutti. Tre rapinatori incappucciati, armati e decisi, fecero irruzione nel locale, puntando un mitra verso i presenti. Tra gli avventori c’era Carlo Colombo, un giovane imprenditore e dirigente accompagnatore del Milan.

La situazione precipitò rapidamente: i rapinatori chiesero a gran voce chi fosse Carlo Colombo. Il silenzio fu rotto solo dall’eco delle pallottole sparate in aria. Carlo, paralizzato dalla paura, venne trascinato via, mentre il bar si trasformava in un teatro di violenza e confusione. Il rapimento di Carlo Colombo non era un caso isolato; in quel periodo, la malavita milanese stava colpendo duramente, e il sequestro di persona era diventato un modo lucrativo per ottenere denaro.

La criminalità organizzata e i sequestri

Nei primi due mesi del 1977, si verificarono altri tre sequestri simili nella zona. La mafia e la ‘ndrangheta avevano trovato nelle famiglie benestanti, imprenditori e dirigenti i loro bersagli. Felice Colombo, vicepresidente del Milan e fratello di Carlo, apprese la notizia del rapimento con incredulità. La sua prima reazione fu quella di rassicurare i rapitori, ma la situazione si complicò rapidamente. La procura di Monza bloccò i beni e i conti della famiglia, aumentando il senso di impotenza.

Dopo giorni di silenzio, i rapitori contattarono Felice Colombo chiedendo un riscatto di 10 miliardi di lire, una somma astronomica. Felice, sconvolto, temeva per la vita del fratello e si sentiva intrappolato in una situazione senza uscita. La pressione di dover trovare una soluzione divenne insostenibile.

La liberazione di Carlo

Dopo 33 giorni di prigionia, Carlo venne finalmente liberato in modo drammatico. La sua liberazione avvenne in una zona isolata di Pessano con Bornago, in condizioni estremamente precarie. Carlo appariva visibilmente provato, con dieci chili persi e un aspetto sofferente. Raccontò di essere stato tenuto in condizioni disumane, bendato e incatenato, nutrendosi solo di panini. I rapitori utilizzarono un mangianastri per riprodurre incessantemente la colonna sonora del film “Yuppi du” di Adriano Celentano, un dettaglio inquietante che evidenziava la brutalità della situazione.

Un cambio di rotta per la famiglia Colombo

La liberazione di Carlo segnò una svolta drammatica per la famiglia Colombo e per il Milan. Pochi mesi dopo, Felice Colombo venne eletto presidente del club, un ruolo che mantenne fino al 1980, quando fu coinvolto in uno scandalo di calcioscommesse. Sotto la sua presidenza, il Milan visse un periodo di rinnovamento, culminando con la vittoria della Coppa Italia nel 1977 e dello scudetto nel 1979.

Questo sequestro, che ebbe tutti i crismi delle avventure da Far West, rappresenta un periodo buio della storia italiana. La criminalità organizzata influenzò profondamente la vita quotidiana, trasformando il calcio, la passione nazionale, in un contesto di paura. La storia di Carlo Colombo è un ricordo di quel tempo, una testimonianza della resilienza di una famiglia e di un club che, nonostante le avversità, ha continuato a lottare per la propria dignità e il proprio posto nel cuore dei tifosi.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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