Quel fatidico pomeriggio del 19 maggio ha segnato un punto di svolta epocale per il Sassuolo. La sconfitta contro il Cagliari ha decretato la retrocessione dei neroverdi, ponendo fine a un ciclo di 11 anni nella massima serie. Nonostante gli sforzi per cambiare rotta dopo un inizio di stagione problematico, con l’esonero di Dionisi e l’ingaggio temporaneo di Bigica, i risultati continuavano a latitare anche sotto la guida di Ballardini. Giovanni Carnevali, amministratore delegato del club, ha commentato con rammarico quei giorni, ricordando come il Sassuolo avesse raggiunto traguardi straordinari negli anni precedenti, tra cui l’indimenticabile partecipazione all’Europa League nel 2016 sotto la guida di Eusebio Di Francesco.
La necessità di una rifondazione era evidente e il club ha scelto di intraprendere una rivoluzione estiva per rigenerarsi. Il primo passo è stato l’amara separazione dal direttore sportivo Giovanni Rossi, dopo ben 14 stagioni insieme. Il ruolo è stato affidato a Francesco Palmieri, già coordinatore del settore giovanile dal 2015. Palmieri ha saputo infondere nuova linfa valorizzando i giovani talenti, un lavoro che ha dato i suoi frutti con il trionfo della squadra Primavera allenata da Bigica, culminato con la storica qualificazione alla Youth League.
La nuova era del Sassuolo è stata segnata dall’arrivo di Fabio Grosso in panchina. Insieme alla dirigenza, l’allenatore ha lavorato intensamente sul mercato estivo per rinforzare e ringiovanire la rosa. Il Sassuolo è ora la terza squadra con l’età media più bassa del campionato, un dato che riflette la strategia di puntare sui giovani. La seconda posizione in classifica, alle spalle del Pisa capolista, ha ridato entusiasmo ai tifosi, che durante l’estate avevano vissuto momenti di grande delusione.
La società ha deciso di non rinnovare i contratti di giocatori esperti come Defrel, Ferrari e Pegolo, e ha venduto a titolo definitivo altri calciatori come Henrique, Erlic, Bajrami e Kyriakopoulos. Queste cessioni hanno generato un budget significativo, reinvestito per assicurarsi il ritorno di Pierini e gli acquisti di Odenthal, Iannoni e Caligara. In porta, il giovane Moldovan, cresciuto all’Atletico Madrid, è diventato il nuovo leader silenzioso della squadra.
Nella prima parte del campionato, il Sassuolo ha mostrato un attacco prolifico, grazie alle prestazioni di Pierini e Mulattieri, alla forza fisica di Thorstvedt e alla rapidità di Laurienté. Domenico Berardi, dopo un lungo periodo di assenza dovuto a infortuni, è tornato a segnare nel recente incontro contro il Mantova, undici mesi dopo l’ultima rete. Il suo ritorno è fondamentale per il Sassuolo, in quanto rappresenta un simbolo della squadra e ha già vissuto la gioia della promozione quando, a 18 anni, contribuì al salto in Serie A.
Con otto risultati utili consecutivi, di cui sei vittorie e due pareggi, i neroverdi si trovano ora al secondo posto in classifica con 25 punti, a soli due punti dal Pisa di Inzaghi. Fabio Grosso ha già dimostrato di sapere come ottenere la promozione, avendola conquistata con il Frosinone due anni fa. Sotto la sua guida, il Sassuolo ha segnato 24 gol in 12 partite, diventando il miglior attacco della Serie B.
Il club ha posto solide basi per un nuovo inizio durante l’estate, e le parole di Carnevali dopo la sconfitta contro il Cagliari risuonano ancora forti: “Risaliremo subito in A”. La squadra sembra aver imboccato la strada giusta per tornare in Serie A, sostenuta dalla rinascita di Berardi e dal talento dei giovani che incarnano il futuro del Sassuolo. La stagione è ancora lunga, ma il percorso intrapreso sembra promettente e carico di aspettative.
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