L’incidente che ha coinvolto la giovane ciclista trentina Alice Toniolli, di soli 19 anni, ha scosso profondamente la comunità sportiva e non solo. La ciclista, tesserata per la squadra professionistica Top Girls Fassa Bortolo, è rimasta vittima di un gravissimo incidente durante una gara a Ceneda di Vittorio Veneto il 14 agosto scorso. Questo drammatico evento ha portato a un’indagine che, inizialmente, sembrava destinata a concludersi senza sviluppi significativi, ma che ora sta prendendo una piega inaspettata grazie all’intervento della famiglia di Alice.
L’incidente e le conseguenze
Alice, durante la competizione, si trovava in gruppo quando, in un tratto rettilineo, ha perso il controllo della sua bicicletta, andando a sbattere violentemente contro il muro di un ponticello. L’impatto è stato devastante e ha causato alla giovane ciclista un grave trauma cranico, fratture multiple al torace e a una gamba. Dopo un lungo periodo di coma, durato circa dieci giorni, Alice si è risvegliata, ma le sue condizioni di salute rimangono critiche. Sebbene sia stata dimessa dall’ospedale all’inizio di settembre, i medici non escludono la possibilità che le lesioni subite possano avere conseguenze permanenti.
La querela del padre di Alice
Il padre di Alice, Roberto Toniolli, ha assunto il ruolo di curatore speciale per la figlia, un passo necessario per tutelare i suoi diritti e la sua salute. Proprio in questo contesto, Roberto ha deciso di presentare una querela ai carabinieri di Trento per “lesioni gravissime”. La denuncia, inoltrata all’ufficio del sostituto procuratore di Treviso, Michele Permunian, ha riaperto il fascicolo già aperto in seguito all’incidente. Le persone indagate per lesioni colpose gravi sono:
- Giacomo Salvador, presidente della Cicloturistica Vittorio Veneto
- Giulio De Nardi, direttore di gara
- Daniele Borsoi, vice direttore
Reazioni e riflessioni sulla sicurezza
La decisione di presentare la querela ha suscitato un certo fermento tra gli appassionati di ciclismo e i professionisti del settore, nonché tra i cittadini di Trento e Vittorio Veneto. Molti si chiedono quali saranno le conseguenze legali per gli indagati e quale impatto avrà questa vicenda sulla sicurezza degli eventi ciclistici in futuro. Il caso di Alice ha evidenziato i rischi e i pericoli che gli atleti affrontano durante le competizioni, ma ha anche sollevato interrogativi sulla responsabilità degli organizzatori e sulla necessità di misure di sicurezza più rigorose.
Le condizioni di salute di Alice sono monitorate costantemente, e la sua famiglia ha ricevuto un sostegno significativo dalla comunità ciclistica e dai suoi compagni di squadra. L’affetto e la solidarietà nei confronti della giovane ciclista sono palpabili, mentre molti si uniscono nel desiderio di vederla tornare presto in sella. Tuttavia, il cammino verso la guarigione sarà lungo e difficile, e la presentazione della querela rappresenta un passo importante nella ricerca di giustizia per Alice.
In attesa di sviluppi ulteriori sull’indagine e sulla salute di Alice, la comunità sportiva continua a seguire con attenzione la situazione, sperando in un futuro migliore per la giovane ciclista e per tutti coloro che condividono la passione per il ciclismo. Il racconto di Alice è un richiamo a essere vigili e proattivi, affinché nessun atleta debba affrontare simili tragedie in futuro.