La storia di Filippo Pagnucco è un viaggio affascinante attraverso il mondo del calcio giovanile, che inizia in un piccolo borgo della provincia di Pordenone e potrebbe culminare in una carriera di successo nella Serie A. L’infanzia di Filippo è segnata da momenti di pura gioia e passione per il gioco del calcio, quando correva felice sui campetti dell’oratorio di San Vito al Tagliamento. La sua predisposizione naturale per il calcio emerge fin da subito, un talento che non sfugge all’occhio attento di un osservatore dell’Udinese durante un camp estivo nel 2014, suggerito da un pensiero dolce di sua madre Renata.
Filippo entra così nelle giovanili dell’Udinese, dove inizia a formarsi non solo come calciatore, ma anche come persona. Il giovane dimostra una versatilità notevole, capace di giocare in diverse posizioni sul campo. Inizialmente un attaccante, è con l’allenatore Corrado Grabbi che avviene la svolta decisiva: Filippo arretra il suo raggio d’azione, un cambio che si rivelerà determinante per il suo sviluppo calcistico. Questo adattamento si riflette nel suo stile di gioco, e oggi lo vediamo come esterno mancino e capitano della Juventus Primavera, una delle squadre giovanili più prestigiose d’Italia.
Le sue prestazioni non passano inosservate. Con sei presenze, un gol e un assist all’inizio della stagione, Pagnucco si sta affermando come uno dei talenti emergenti più promettenti. La sua capacità di giocare sia a sinistra che a destra del centrocampo, in un modulo 3-4-2-1, offre all’allenatore Magnanelli una flessibilità tattica preziosa. Anche con l’Italia U19, sotto la guida di Bollini, Filippo dimostra la sua polivalenza, giocando come terzino e contribuendo alla solidità difensiva della squadra.
Il cammino di Pagnucco ha visto una tappa fondamentale nel passaggio al Pordenone nel 2019, dove continua a brillare come attaccante. Durante un torneo U14 a Gallipoli, le sue prestazioni catturano l’attenzione di Mattia Notari, allora responsabile dello scouting della Juventus. La decisione di portarlo a Torino si rivela azzeccata: Filippo si adatta rapidamente, vivendo in convitto e costruendo un forte legame con i compagni di squadra, tra cui Stefano Turco. Nonostante la concorrenza in attacco, il giovane accetta la sfida di adattarsi in un nuovo ruolo, dimostrando una maturità e una determinazione rare per la sua età.
Con l’U17 di Panzanaro, Pagnucco diventa un pilastro della squadra, collezionando 19 presenze. Il suo debutto nella Primavera della Juventus è altrettanto impressionante, con 31 partite giocate, 5 gol e 6 assist. Montero riconosce le sue qualità di leadership, affidandogli la fascia da capitano. Questo ruolo gli calza a pennello, dato che Filippo ha sempre dimostrato di essere un esempio per i compagni, sia in campo che fuori.
Il suo talento non sfugge nemmeno ad Allegri, che lo invita spesso ad allenarsi con la prima squadra. Per un giovane calciatore, entrare alla Continassa e allenarsi con giocatori di alto livello rappresenta un’opportunità unica di crescita. Filippo è colpito dall’accoglienza di Danilo e dalle qualità tecniche di Cambiaso e Kostic. Con il terzino ex Bologna, Filippo si ferma spesso dopo gli allenamenti per affinare la tecnica nei cross, imparando con attenzione dai consigli del compagno più esperto.
Il sogno di Pagnucco di esordire con la prima squadra della Juventus è sempre più vicino. Un sogno che affonda le radici in una passione nata sui campi dell’oratorio e coltivata con dedizione e sacrificio. Filippo sa che, al primo gol tra i professionisti, la dedica sarà per la sua famiglia, che lo ha sempre supportato fin dall’inizio. Mamma Renata e papà Alessandro non si sono mai persi una partita, testimoni di un percorso che, iniziato con un semplice sogno, potrebbe portarlo fino ai palcoscenici più prestigiosi del calcio italiano.
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