Paolo Sorrentino: un incontro tra cinema e calcio
La passione per il cinema e per il calcio trova un punto d’incontro affascinante nella figura di Paolo Sorrentino, regista acclamato e tifoso appassionato del Napoli. Il successo del suo ultimo film, “Parthenope”, ha coinciso con un periodo di grande euforia per la città partenopea, che ha visto il Napoli trionfare in campionato. Sorrentino, nato e cresciuto a Napoli, porta con sé una profonda connessione emotiva con la città e con tutto ciò che essa rappresenta.
Napoli: un’entità oltre il luogo
Napoli, per Sorrentino, non è solo un luogo fisico, ma un’entità che ha plasmato la sua identità e la sua carriera. “La città dove sono nato e cresciuto… è un po’ tutto, come mamma e papà”, afferma il regista. Napoli è una città di contrasti, di bellezza mozzafiato e di complessità sociale, elementi che si riflettono nella sua opera cinematografica. Nei suoi film, Sorrentino esplora queste dualità, offrendo una visione intima e personale della città che ama.
Il calcio come filo conduttore
Il calcio, e in particolare il Napoli, ha avuto un ruolo fondamentale nella vita di Sorrentino, fungendo da filo conduttore attraverso i suoi successi. L’arrivo di Maradona a Napoli ha segnato l’adolescenza del regista, trasformando il calcio in una sorta di rito di passaggio che ha definito la sua giovinezza. “Era come assistere uno spettacolo dentro a un evento”, ricorda Sorrentino, descrivendo l’esperienza di vedere Maradona giocare allo stadio. L’entusiasmo e la passione per il calcio sono evidenti anche in “Parthenope”, un film che unisce il romanticismo del cinema con l’emozione del calcio.
Antonio Conte: una presenza anti-cinematografica
La figura di Antonio Conte, allenatore del Napoli, viene vista da Sorrentino come una presenza “anti-cinematografica”, perfetta per la squadra e la città. Conte è apprezzato per la sua serietà e per la sua capacità di rimanere autentico in un mondo spesso dominato dalla teatralità e dalle esagerazioni. Questa autenticità è una risorsa preziosa per la squadra, contribuendo al suo successo in campionato.
La Juventus: un avversario sempre temibile
Sorrentino esprime anche il suo timore nei confronti della Juventus, una squadra che considera sempre pericolosa, indipendentemente dalla posizione in classifica. “È sempre la più pericolosa”, afferma, riconoscendo la storica capacità della squadra torinese di risalire la china anche nei momenti difficili.
Il successo sotto la guida di Spalletti
Il successo del Napoli sotto la guida di Spalletti, paragonato alla “Grande Bellezza”, è stato un momento di grande gioia per Sorrentino, che ha vissuto lo scudetto con una serenità e una felicità mai provate prima. Tuttavia, il regista non manca di sottolineare l’importanza del bel gioco, ricordando con affetto il periodo di Maurizio Sarri alla guida del Napoli, quando la squadra offriva spettacoli calcistici di altissimo livello.
“Parthenope”: una metafora della vita
“Parthenope” viene descritto da Sorrentino come un film che riflette l’incertezza della vita, simile a una partita di calcio con un risultato incerto. Il film attraversa tutte le difficoltà possibili, proprio come una partita che sembra vinta ma che può rapidamente trasformarsi in una lotta per la sopravvivenza. Questa metafora dello sport come riflesso della vita è centrale nell’opera di Sorrentino, che vede nel calcio e nel cinema due mondi capaci di suscitare emozioni profonde e universali.
Napoli: protagonista di una storia universale
In questo contesto, Napoli emerge non solo come ambientazione, ma come protagonista di una storia che è al contempo intima e universale. La città, con la sua vibrante cultura e la sua complessità, continua a ispirare Sorrentino, che, attraverso il suo lavoro, offre uno sguardo unico e appassionato su un luogo che è molto più di una semplice città: è un modo di essere e di vivere.