La storia del motorsport è ricca di incontri fortuiti, decisioni cruciali e incroci del destino che avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi. Uno di questi episodi riguarda Fernando Alonso, uno dei piloti più talentuosi e carismatici della Formula 1, e il suo mancato approdo alla Red Bull, scuderia che ha dominato la scena del motorsport per gran parte del decennio scorso. A rivelare i retroscena di questo mancato accordo è stato lo stesso Alonso, durante un episodio del podcast della F1 Beyond the Grid.
Era la fine del 2007 e Alonso aveva appena concluso la sua avventura con la McLaren, un’esperienza turbolenta che lo aveva lasciato alla ricerca di nuove sfide. Fu allora che il destino lo portò a incrociare la strada di Adrian Newey e Christian Horner, rispettivamente direttore tecnico e team manager della Red Bull. L’incontro avvenne in un luogo piuttosto insolito: l’aeroporto di Heathrow. A quel tempo, la Red Bull era ancora una scuderia in ascesa, conosciuta più per il suo marchio di bevande energetiche che per i successi in pista. Tuttavia, il team era alla ricerca di un pilota di altissimo livello per compiere il salto di qualità.
Il mancato accordo con Red Bull
Nel 2008, le negoziazioni si fecero più serie. Alonso e i vertici della Red Bull si incontrarono nuovamente, questa volta nel suggestivo scenario di Spa Francorchamps. L’incontro avvenne di notte, in un parcheggio, con i tre seduti sui sedili posteriori di un’auto a discutere delle possibilità di un accordo. Ma proprio quando sembrava che il matrimonio fosse a un passo dall’essere celebrato, Alonso fece una scelta differente. La Ferrari, l’iconica scuderia di Maranello, lo stava corteggiando con insistenza. “Ero molto vicino alla Ferrari. Se non avessi trovato l’accordo per il 2009, ero sicuro che sarebbe successo nel 2010,” ha spiegato Alonso.
Alla fine, Alonso optò per la Ferrari, mentre la Red Bull ripiegò su Sebastian Vettel, un giovane talento che avrebbe scritto la storia del team con ben quattro titoli mondiali consecutivi. La decisione di Alonso, sebbene comprensibile, cambiò il destino di tutti i protagonisti coinvolti. La sua esperienza in Ferrari, sebbene ricca di momenti memorabili, non portò ai titoli mondiali che lo spagnolo tanto bramava. I secondi posti nel 2010 e 2012, persi per una manciata di punti contro Vettel, sono ancora oggi fonte di rammarico per i tifosi ferraristi.
L’assenza di rimpianti
Nonostante ciò, Alonso non ha rimpianti. “Nel 2008 la Red Bull aveva ottenuto solo un podio da Coulthard a Monaco. Erano più noti per essere un’azienda di bevande energetiche. Non era garantito che avrebbero vinto otto titoli nel decennio successivo,” ha riflettuto il pilota. E, guardando indietro, non si pente delle sue scelte: “Non mi pento di nulla, so che alcune decisioni possono cambiare parte della carriera. Nessuno ha la sfera di cristallo per sapere cosa accadrà.”
Il periodo in Ferrari ha comunque lasciato un segno indelebile nella carriera di Alonso. Dopo un 2009 difficile, il suo debutto con la Rossa nel 2010 al GP del Bahrain fu trionfale, con una vittoria che cancellò ogni dubbio e incertezza. “Essere un pilota Ferrari porta a una dimensione diversa: ero tanto emozionato dallo stile della scuderia quanto intimorito dalle uscite iniziali,” ha ricordato Alonso. I suoi anni a Maranello sono stati caratterizzati da grandi sfide e momenti significativi, tanto da essere annoverati tra i periodi chiave della sua carriera.
Un nuovo capitolo con Aston Martin
Oggi, il destino ha finalmente riunito Alonso e Newey sotto lo stesso tetto, grazie all’intervento di Aston Martin. Un sodalizio che potrebbe regalare nuove sorprese e successi, in un panorama della Formula 1 in continua evoluzione. Alonso, con la sua esperienza e il suo indomabile spirito competitivo, è pronto a scrivere un nuovo capitolo di una carriera straordinaria.