Franco Baresi, una leggenda del calcio italiano e una bandiera del Milan, ha pubblicato il suo secondo libro in tre anni, un evento che ha sorpreso molti. Con la sua voce pacata e un sorriso timido, Baresi si è aperto ai giornalisti in un’intervista che ha rivelato aspetti inediti della sua carriera e della sua vita personale. Parlando del futuro del club rossonero, Baresi ha menzionato Francesco Camarda, un giovane talento che potrebbe presto entrare nella storia del Milan in Champions League. “Sono felice che Camarda abbia un’opportunità. Va lasciato tranquillo, è un ragazzo del Milan, un ragazzo delle giovanili”, ha detto, sottolineando l’importanza di dare spazio ai giovani cresciuti nel vivaio.
Baresi ha riflettuto anche sul cambiamento nel panorama calcistico italiano, osservando come oggi ci siano meno opportunità per i giovani giocatori italiani rispetto al passato. “Gli oratori ci sono anche oggi, forse è il calcio che dà meno opportunità, ci sono meno italiani che giocano”, ha osservato, evidenziando una tendenza preoccupante che potrebbe avere ripercussioni sul futuro del calcio nazionale.
Nel suo libro, Baresi ripercorre i suoi anni gloriosi al Milan, iniziando con una descrizione del “Milan di Sacchi”, che definisce giovane, curioso e spregiudicato. In contrasto, il “Milan di Capello” viene descritto come maturo, cosciente e autoritario. Queste distinzioni riflettono non solo lo stile di gioco delle due squadre, ma anche l’evoluzione personale di Baresi come giocatore e leader.
Tra gli aneddoti condivisi, Baresi ricorda con affetto Diego Maradona, definendolo un avversario grandioso. “Lo picchiavamo, ma non si lamentava mai”, racconta, aggiungendo che conserva ancora diverse maglie del campione argentino. Baresi esprime anche la sua nostalgia per Silvio Berlusconi, con cui aveva un legame speciale. “Berlusconi mi manca, avevamo un legame forte, era molto attento all’aspetto umano”, rivela, sottolineando l’importanza dell’umanità nelle relazioni personali e professionali.
Un episodio meno noto della carriera di Baresi riguarda un’offerta ricevuta dalla Juventus nei primi anni ’80, quando il Milan si trovava in Serie B. “Una possibilità di lasciare il Milan? Nei primi anni ’80 ci fu un’offerta della Juve quando ero in B, ma non c’erano procuratori, io ero del Milan, non ci ho mai pensato”, confessa, dimostrando la sua fedeltà incrollabile ai colori rossoneri. Questa fedeltà è stata ripagata con una carriera ricca di successi e riconoscimenti.
Un altro momento di grande emozione per Baresi è stato l’incontro con Giovanni Paolo II, evento che ricorda con grande rispetto e ammirazione. “L’incontro con Giovanni Paolo II è stata una grande emozione, aveva un’aura pazzesca. Mi mandò gli auguri prima delle nozze”, racconta, sottolineando l’impatto che quell’incontro ha avuto sulla sua vita personale.
Durante l’intervista, Baresi ha anche trovato il modo di scherzare, rispondendo con una battuta a chi gli chiedeva se ci fosse mai stato un allenatore che lo avesse rimproverato. “E come facevano a rimproverarmi? Li ho fatti vincere tutti…”, ha detto con un sorriso, dimostrando ancora una volta la sua umiltà e il suo spirito giocoso.
Attraverso questi racconti, emerge un ritratto di Baresi che va oltre la sua immagine pubblica di calciatore eccezionale. È un uomo che ha vissuto intensamente ogni momento della sua carriera, mantenendo sempre una profonda connessione con le proprie radici e valori. La sua storia è un esempio di dedizione e passione che continua a ispirare generazioni di tifosi e giovani calciatori.
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