Nel mondo del calcio, la figura del massaggiatore è spesso sottovalutata, ma rappresenta un elemento cruciale per il benessere degli atleti. Le mani di un massaggiatore non sono solo strumenti di lavoro, ma diventano un prolungamento dell’essere umano, capaci di ascoltare, comprendere e curare. In questo contesto, la figura di Sergio Giunta emerge come un faro luminoso, un professionista che ha dedicato la sua vita a questa missione, diventando un’icona nel panorama calcistico italiano.
Nato a Torino nel 1948, Giunta ha vissuto una vita interamente dedicata al calcio. Fin da giovane, il suo sogno era indossare la maglia della Juventus, ma dopo aver giocato nelle giovanili, ha capito che la sua strada non era quella del calciatore. Tuttavia, il suo amore per il calcio non si è spento; ha trovato una nuova vocazione nel massaggio sportivo, un campo in cui ha potuto esprimere la sua passione e la sua competenza.
Il soprannome di Giunta, “Il Baffo”, derivava dai suoi caratteristici baffi ambrati, ma il vero marchio di fabbrica era la sua straordinaria empatia. In un mondo dove il successo è spesso misurato in termini di trofei e prestazioni, Giunta ha sempre messo al primo posto il benessere dei calciatori. Sapeva che i muscoli di un atleta sono il loro bene più prezioso e che la cura e l’attenzione che ricevevano durante le sedute di massaggio potevano fare la differenza tra una prestazione mediocre e una straordinaria.
La confidenza tra calciatori e massaggiatori è un aspetto spesso ignorato, ma Giunta ha dimostrato che questo legame può essere profondo e duraturo. Durante le sue sessioni, riusciva ad ascoltare i lamenti e le preoccupazioni, diventando un confidente e un consigliere. Questo approccio ha portato a relazioni di fiducia con molti dei calciatori che ha assistito, tra cui nomi illustri come Leo Junior e David Trezeguet.
Giunta ha vissuto un periodo di grande successo sia con il Torino che con la Juventus. Con i granata, ha vinto la Coppa Italia nel 1993 e ha vissuto momenti indimenticabili, come la finale di Coppa UEFA del 1992. Nel 1994, il suo passaggio alla Juventus ha segnato l’inizio di un’altra era, che lo ha visto protagonista di un palmarès che include:
Ma il suo successo non è stato solo misurato in titoli; Giunta ha saputo instaurare un ottimo rapporto anche con gli allenatori. La sua sintonia con Marcello Lippi, con il quale ha condiviso otto anni di trionfi alla Juventus, è diventata leggendaria.
La scomparsa di Sergio Giunta a 75 anni rappresenta non solo la perdita di un grande professionista, ma anche di un uomo che ha dedicato la sua vita a rendere migliori gli altri. Giunta rimarrà per sempre nei ricordi di chi ha avuto il privilegio di lavorare con lui e nel cuore di tutti coloro che amano il calcio, dimostrando che il mondo del calcio è fatto anche di relazioni umane, di ascolto e di supporto.
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