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Il grande Thoeni: un viaggio nel passato verso la vittoria con Sinner

Gustav Thoeni: un’icona dello sci italiano

Gustav Thoeni, un nome che evoca ricordi indelebili per chi ha seguito lo sci negli anni ’70, si presenta con la sua solita umiltà e un sorriso caloroso, vestendo una felpa dedicata alla leggendaria “Valanga Azzurra” del 1974. In un contesto informale, mentre si gode un pranzo semplice di riso basmati con verdure e un bicchiere di birra, Thoeni è pronto a raccontare la sua storia e a condividere i suoi pensieri sul docufilm di Giovanni Veronesi, presentato al Festival del Cinema di Roma, che celebra quell’epoca dorata dello sci italiano.

L’umiltà di un campione

Nonostante la sua fama di persona riservata, Thoeni si mostra affabile e aperto. Quando gli viene chiesto come stia, risponde con un sorriso: “Sto bene. Qualche acciacco qua e là, ma fa parte dell’età,” dice, rivelando la sua età di 73 anni. Con un po’ di autoironia, racconta delle sue recenti operazioni all’anca e al ginocchio, ma si dice soddisfatto di aver sistemato tutto. A questa visione ottimistica della vita si accompagna un impegno costante nei confronti della sua famiglia, composta da una “valanga” di dodici nipoti, con cui ama trascorrere il tempo, sottolineando quanto sia importante per lui che si divertano senza pressioni.

Gli inizi di una leggenda

La storia di Thoeni con lo sci inizia presto, con gli sci di legno fatti dal nonno, quando ancora sognava di emulare il grande Toni Sailer. Questi primi passi sulle piste davanti alla sua casa di Trafoi, insieme alle sfide con il cugino Rolando, hanno gettato le basi per una carriera straordinaria. Le sfide e le sconfitte giovanili lo hanno temprato, come ricorda con un pizzico di emozione, menzionando le rare lacrime versate dopo le sconfitte.

Il legame della “Valanga Azzurra”

Parlando della “Valanga Azzurra”, Thoeni sottolinea l’importanza del legame di amicizia tra i membri del team. “Eravamo un gruppo affiatato di amici,” spiega, evidenziando come questo spirito di squadra fosse fondamentale per il loro successo. L’innovazione tecnologica ha giocato un ruolo cruciale, con l’Italia all’avanguardia, specialmente nelle tute da sci, dove ogni dettaglio contava.

La paura e il ritiro

La paura non ha mai fatto parte del vocabolario di Thoeni, neanche quando era lanciato a velocità mozzafiato sulle piste. “Forse Ingrid, mia moglie, aveva paura, ma non me l’ha mai detto,” ammette. La decisione di ritirarsi dallo sci competitivo non è stata dettata dalla paura, ma dalla consapevolezza che i risultati non erano più quelli che sperava. Nonostante un tentativo di allenarsi da solo, le circostanze lo portarono verso una nuova avventura: allenare Alberto Tomba. Di Tomba, ricorda con affetto come avesse intravisto il potenziale del campione già da ragazzino, nonostante gli errori nelle prime gare.

Il futuro dello sci italiano

Nel panorama attuale dello sci italiano, Thoeni è fiducioso, ma realista. Le atlete femminili sono forti, ma gli infortuni sono frequenti e il tempo per emergere è limitato. “Tra gli uomini, ci sono giovani promettenti,” dice, ma sottolinea l’importanza di emergere ora per avere un impatto ai prossimi Giochi Olimpici di Milano-Cortina. Anche se incerto sulla sua partecipazione in loco, Thoeni assicura che seguirà l’evento con grande interesse, consapevole del valore che rappresenta per l’Italia.

Un paragone con Jannik Sinner

Riflettendo sul passato, Thoeni paragona il suo impatto nello sci a quello che Jannik Sinner sta avendo nel tennis oggi. “Siamo orgogliosi di Sinner,” afferma, lodando la sua professionalità e la capacità di imparare dalle sconfitte. Questa capacità di crescita, osserva, è cruciale per il successo, così come lo era per lui. Con una punta di ironia, ricorda come anche a lui veniva spesso detto di essere freddo, ma sottolinea che alla fine, sia lui che Sinner, si sono rivelati più simpatici di quanto si pensasse.

Un equilibrio ritrovato

Infine, quando gli viene chiesto se darebbe ancora dieci anni di vita per volare come un’aquila, Thoeni risponde con un sorriso risoluto: “Ma per carità, mi tengo stretti i miei dieci anni!” Un chiaro segno che, nonostante tutto, Thoeni ha trovato un equilibrio nella sua vita che non scambierebbe con nulla al mondo.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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