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Il grande assente alle Finals: il mistero del rovescio a una mano

L’evoluzione del tennis maschile

Il panorama del tennis professionistico, in particolare quello maschile, sta subendo un’evoluzione significativa. Una delle trasformazioni più evidenti è l’abbandono del rovescio a una mano. Questo colpo, una volta simbolo di eleganza e maestria, sembra essere scomparso dal palcoscenico delle Atp Finals, che si terranno a Torino. Per la prima volta nella storia di questo prestigioso torneo, non ci saranno giocatori in grado di esibire questa tecnica, un chiaro segnale di come il tennis stia cambiando e di come la potenza stia prendendo il sopravvento su stile e raffinatezza.

Il rovescio a una mano e i grandi campioni

Il rovescio a una mano è stato un colpo distintivo per molti grandi tennisti, da Roger Federer a Stan Wawrinka, passando per Dominic Thiem, recentemente ritiratosi dal circuito. Questi giocatori hanno saputo incantare il pubblico con la loro abilità di eseguire colpi spettacolari e delicati, che richiedono una grande padronanza tecnica. Tuttavia, la tendenza attuale vede il predominio di colpi a due mani, che offrono maggiore potenza e stabilità, soprattutto sui campi più veloci. Questo cambiamento ha reso il rovescio a una mano una rarità, relegando la sua presenza a un ricordo nostalgico.

L’assenza del rovescio a una mano alle Finals

Nelle prossime Finals, l’assenza di questo colpo sarà particolarmente evidente, soprattutto considerando che tra i riservisti ci sono due giocatori monomani: Grigor Dimitrov e Stefanos Tsitsipas. Entrambi, in passato, hanno dimostrato di poter competere ai massimi livelli, e la loro partecipazione, in caso di forfait di uno dei titolari, potrebbe riportare in auge il rovescio a una mano, anche se solo per un breve periodo. Dimitrov ha vinto il titolo di Maestro nel 2017, mentre Tsitsipas ha trionfato due anni dopo. La loro presenza, sebbene non garantita, rappresenta una piccola speranza per i puristi del tennis.

Influenza delle superfici di gioco

Il declino del rovescio a una mano non è solo una questione di preferenze tecniche, ma è anche influenzato dalle superfici di gioco. I campi moderni favoriscono colpi più potenti e veloci, mettendo in difficoltà i giocatori che usano il rovescio a una mano. Tsitsipas, ad esempio, ha faticato a mantenere la sua posizione tra i primi dieci giocatori della classifica ATP, e la sua caduta è stata un segnale preoccupante. Nonostante il suo talento, non è riuscito a velocizzare il suo movimento e a trovare la continuità necessaria per competere ai massimi livelli. Il suo tentativo di ereditare la tradizione del rovescio a una mano si è scontrato con le difficoltà del gioco contemporaneo, dove la potenza sembra avere la meglio.

Il futuro del rovescio a una mano

Il panorama attuale del tennis sembra quindi non dare molte speranze a chi ama il rovescio a una mano. Tuttavia, ci sono ancora alcuni giocatori, come Lorenzo Musetti, che potrebbero rappresentare il futuro di questo colpo. Musetti, giovane talento italiano, ha dimostrato di avere un rovescio a una mano promettente, capace di incantare il pubblico. Anche se non ha ancora raggiunto la top ten, il suo potenziale è innegabile. Se riuscirà a sviluppare ulteriormente le sue abilità e a integrare il suo rovescio con una buona prima di servizio, potrebbe diventare un protagonista del tennis mondiale e riportare in auge il colpo che tanti ammiratori hanno amato.

La nostalgia per il rovescio a una mano

Nel frattempo, il tennis continua a evolversi, e gli appassionati possono solo guardare con nostalgia ai tempi in cui il rovescio a una mano era una parte fondamentale del gioco. L’eleganza, la tecnica e la bellezza del colpo stanno lasciando il posto a una potenza più grezza e a uno stile di gioco più aggressivo. Questo cambiamento potrebbe essere inevitabile, ma non possiamo fare a meno di sperare che ci sia ancora spazio per la tradizione e la bellezza nel tennis del futuro. La storia del rovescio a una mano non è ancora completamente scritta, e con giocatori come Musetti, c’è ancora la possibilità di rivedere questo colpo affascinante tornare a far parte delle grandi competizioni.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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