Il gergo calcistico continua ad andare pari passo con l’evoluzione dello sport, regalandoci termini sempre nuovi e particolari. Ecco quali sono
Quante volte, parlando con altri appassionati di calcio, ci si accorge di utilizzare termini decisamente strani, a volte poco comprensibili a primo impatto, e sempre nuovi? Negli ultimi anni il “corto muso”, i “braccetti, la “catena”, i “quinti” e molti altri termini hanno modificato il modo di parlare il calcio e a volte non solo, mandando in confusione molti appassionati di lunga data che non sempre riescono a stare al passo con i tempi. Vediamo, quindi, tutti i termini che bisogna conoscere per capire il calcio di oggi.
Una volta parlare di calcio era molto più facile, con termini semplici che davano la possibilità a tutti di commentare le partite e le azioni più belle delle partite del weekend. Oggi, però, i tempi sono cambiati e per parlare dello sport più amato dagli italiani è necessario stare al passo con i tempi, imparando sempre nuove parole che, in un modo o nell’altro, sono entrate a far parte del vocabolario di tutti i calciofili. Ma vediamo di quali termini stiamo parlando.
I braccetti, destro e sinistro, sono i due difensori “non centrali” di un reparto difensivo a tre. La loro prima responsabilità è la marcatura, ma, in fase di non possesso, devono adattarsi allo svolgimento del gioco avversario e ai movimenti dei compagni, restringendo gli spazi e avanzando. Inoltre, il braccetto gioca un ruolo essenziale anche in fase di possesso, poiché, se abile con il piede, può avviare l’azione sia con passaggi corti che con lanci più lunghi.
Per terzo uomo si intende la tattica perfetta per garantire che la palla arrivi al compagno circondato dagli avversari. Se la via di passaggio è bloccata dal posizionamento di un avversario, il movimento del terzo giocatore risolve il problema: sarà lui a consegnare la palla. Questo metodo rappresenta un valido supporto nella trasmissione tra due compagni di squadra. Può essere utile nella propria metà campo per avviare l’azione, o in posizioni più avanzate per superare la difesa avversaria.
Il sottopunta, chiamato anche “rifinitore”, è il giocatore posizionato dietro il centravanti. Può fungere da trequartista o seconda punta adattata. Il rifinitore interpreta il ruolo del classico numero 10 o di un 9 come Alvarez o Raspadori, ovvero un attaccante capace di essere influente anche al di fuori dell’area e abile nel dialogo con il centravanti.
Chi opta per la difesa a zona su situazioni di calcio piazzato si avvale del cosiddetto castello: due linee strategiche presidiano l’area, una più prossima al portiere, l’altra attorno al dischetto del rigore. È fondamentale considerare le distanze, gli avversari e, naturalmente, la traiettoria del pallone. Non presidiare attentamente il castello difensivo comporta il rischio di subire un gol.
Per seconde palle si intende il possesso conteso, un tempo denominato palla vagante: appartiene a chi riesce a recuperarlo per primo e sa gestirlo, magari dando il via a un’azione pericolosa. Le opportunità di conquistare la palla nuovamente sono frequenti, soprattutto dopo rinvii lunghi. Per le squadre meno orientate alla costruzione dal basso, rappresenta un’arma preziosa.
Senza alcun preavviso, un giorno, le terminologie “esterni” e “laterali” hanno perso rilevanza, motivo per cui sono comparsi i cosiddetti quinti, ovvero quei giocatori che si concentano principalmente sulle fasce nel 3-5-2. Tuttavia, la medesima mansione è svolta anche dai colleghi del 3-4-2-1, per esempio, motivo per cui, almeno tecnicamente, dovrebbero essere chiamati “quarti”, ma, con coerenza o meno, vengono ugualmente denominati quinti.
Quando la squadra è senza il possesso della palla, si dispone in maniera compatta (blocco), mantenendosi dietro alla linea del pallone (basso) e coprendo attentamente gli spazi. Questa tattica richiede una corretta interpretazione: se bastasse ammassarsi negli ultimi trenta metri per evitare gol, molte squadre lo farebbero. Al contrario, sono necessari automatismi, attenzione e sacrificio.
La catena rappresenta essenzialmente una cooperazione tra giocatori disposti approssimativamente sulla stessa linea verticale. Si manifesta sia in fase offensiva, con combinazioni che possono culminare in cross e tiri, sia in fase difensiva, con coperture e pressioni organizzate.
I difensori devono essere sempre attenti al 100%, anche durante un’azione offensiva della propria squadra. Mentre gli attaccanti cercano di segnare, il compito dei difensori, infatti, è quello di posizionarsi strategicamente per prevenire pericolose ripartenze avversarie. Queste marcature preventive richiedono un approccio difensivo durante il possesso avversario. Non è solo questione di coprire un avversario, ma di comprendere il gioco, valutare spazi e tempi, e adottare una postura funzionale agli interventi difensivi.
Hai familiarità con il mondo delle corse di cavalli? Chiese Max Allegri in una celebre conferenza stampa. La filosofia di Allegri sottolinea che, per ottenere il successo, è sufficiente occupare la prima posizione. “Nelle corse dei cavalli basta mettere il musetto davanti, non serve vincere di cento. Fotografia. Corto muso. Semplice”. Uno dei neologismi 2021 della Treccani: “Nelle gare ippiche su pista – si legge – minimo distacco, corrispondente al muso del cavallo, con cui si può battere il concorrente che segue. In altri sport, come nel calcio, vittoria ottenuta col minimo distacco necessario”.
Il “Guardiolismo” risulta essere assente dal vocabolario Treccani, ma sicuramente il suo marchio di fabbrica, nato negli anni della sua indimenticabile esperienza al Barcellona è il Tiki Taka, ormai entrato di prepotenza nel lessico calcistico. Per Tiki Taka si intende: “Nel calcio, sistema di gioco basato su passaggi rasoterra continui e brevi per mantenere costantemente il controllo del pallone”.
Potremmo definire come “Cassanate” le gesta, comportamenti e trovate distintive del calciatore Antonio Cassano. Alcune di esse sono davvero indimenticabili.
Anche Klopp ha introdotto nel gergo comune il suo stile calcistico “heavy metal”, una variante dell’intenso “Gegenpressing” tedesco, o “counterpressing” in inglese. Per capirlo basta vedere come gioca in fase di non possesso il Liverpool del tecnico tedesco, ovvero cercando di non permettere alla squadra avversaria di uscire agevolmente dalla propria metà campo.
Quando si mira a difendere il risultato, cosa si fa? In passato, si usava il termine gergale “catenaccio”, ma oggi è preferibile dire che l’allenatore ha introdotto un giocatore con abilità difensive per aumentare la densità a centrocampo.
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