Malick Thiaw: un anno di trasformazioni nel calcio
Un anno nel mondo del calcio può trasformarsi in un arco di tempo capace di rivoluzionare intere carriere. Malick Thiaw, giovane difensore del Milan, ne è un esempio lampante. Poco più di un anno fa, sembrava destinato a diventare un pilastro della difesa rossonera, in coppia con Fikayo Tomori. Una prospettiva luminosa, costruita grazie a una stagione precedente eccellente e una crescita rapida che aveva catturato l’attenzione di tutti.
La partenza di Alessio Romagnoli aveva aperto le porte a nuove opportunità, mentre Simon Kjær, con il passare del tempo, aveva visto calare la sua presenza in campo. Anche Pierre Kalulu aveva vissuto momenti di alti e bassi, permettendo a Thiaw di emergere come un talento in ascesa. Matteo Gabbia e Luca Pellegrino erano considerati ancora troppo acerbi per occupare un ruolo fondamentale nella squadra. Tutto sembrava perfetto: Tomori come leader esperto, con uno scudetto già conquistato a Milano, e Thiaw come giovane promettente, dotato di abilità notevoli in marcatura e nella lettura del gioco, oltre a piedi sufficientemente educati per contribuire alla costruzione dell’azione. Soprattutto, aveva margini di miglioramento immensi.
Tuttavia, la carriera di Thiaw ha raggiunto un bivio critico. Se il Milan crede davvero nel suo potenziale, toccherà a Paulo Fonseca, nuovo allenatore rossonero, lavorare per ridare smalto al giovane talento, rimuovendo la “ruggine” accumulata nella testa e nelle gambe. Se questo non dovesse accadere, il club potrebbe decidere di monetizzare la sua cessione, considerando il valore di mercato di un 23enne con contratto fino al 2027.
La partita contro l’Udinese potrebbe rappresentare una svolta per Thiaw. Durante l’estate, il suo futuro sembrava a un passo dal prendere una direzione diversa, con il Newcastle interessato a portarlo in Premier League. Tuttavia, l’affare non si è concretizzato, in parte a causa delle richieste economiche del Milan, che valutava il giocatore 40 milioni di euro. Una cifra che, in ottica attuale, potrebbe sembrare eccessiva, ma che riflette il potenziale complessivo di Thiaw.
La sfida principale per Thiaw non è solo quella di ritrovare la forma, ma anche quella di affrontare la concorrenza interna. In questo inizio di stagione, si è ritrovato all’ultimo posto nelle gerarchie difensive del Milan, con quattro panchine consecutive tra agosto e ottobre. Un cambio radicale rispetto a quattordici mesi fa, quando era considerato titolare fisso. Nel frattempo, Gabbia si è affermato come un punto di riferimento nello spogliatoio e nella tattica, mentre il nuovo arrivato Pavlovic ha mostrato buone prestazioni, nonostante sia stato talvolta escluso per scelta tecnica. Paradossalmente, Tomori, il “senatore” della difesa, è stato il più incostante, ma mantiene il suo ruolo di esperto leader.
Thiaw ha giocato solo 90 minuti in questa stagione, contro il Torino, nella prima giornata di campionato, dove è stato protagonista di un autogol clamoroso. La partita è finita con un deludente 2-2, e Thiaw è stato pesantemente criticato dai media, ricevendo un voto basso dalla Gazzetta dello Sport. Successivamente, un infortunio alla caviglia lo ha tenuto fuori contro Lazio, Venezia e Liverpool. Gli infortuni sono stati una costante negativa per lui, bloccando la sua continuità di rendimento, come già accaduto nella stagione precedente, quando una lesione al bicipite femorale lo aveva tenuto lontano dai campi per oltre due mesi.
Ora, Thiaw si trova nuovamente a rincorrere la condizione migliore. Fonseca potrebbe presto offrirgli un’opportunità di riscatto, forse contro l’Udinese, il Bruges o il Bologna. Il suo futuro al Milan dipenderà da queste prestazioni: se riuscirà a riconquistare la fiducia della squadra e dei tifosi, potrebbe continuare la sua avventura rossonera. Altrimenti, il club potrebbe decidere di cederlo per capitalizzare sul suo valore di mercato.
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