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Il futuro dell’Italia secondo Viviani: una profezia senza tempo

Elia Viviani: un maestro della pista

Il tricolore sventola alto, il suono dell’inno nazionale riecheggia nell’aria mentre Elia Viviani, a 35 anni, dimostra ancora una volta di essere un maestro indiscusso della pista. Con la medaglia d’argento al collo conquistata ai Mondiali di Ballerup, in Danimarca, Viviani conferma la sua straordinaria capacità di sfidare il tempo, il rivale più temibile per ogni atleta. Nonostante i tredici anni trascorsi dal suo primo grande successo mondiale, il ciclista veronese continua a sorprendere, aggiungendo un’altra medaglia al già ricco palmarès che include otto medaglie iridate e tre podi olimpici.

La riflessione di Viviani sulla sua carriera

Viviani riflette sulla sua carriera e sul significato di essere ancora competitivo a questo punto della sua vita sportiva. “Essere qui, tredici anni dopo, è un mix di fisico e di testa,” afferma con un sorriso. “Mi piace troppo andare in pista. Quest’anno sulla strada non ho raccolto molto, ma il mio obiettivo era la pista. Salire sul podio sia all’Olimpiade che al Mondiale ha un grande valore per me. Quando mi concentro su un obiettivo e ci lavoro sopra, so di poterlo raggiungere.”

L’età è solo un numero

L’età, per Viviani, è solo un numero. “Non riguarda solo me,” sottolinea, citando esempi di altri ciclisti come il tedesco Roger Kluge e il danese Michael Morkov, entrambi vincitori di medaglie iridate ben oltre i trent’anni. Tuttavia, il ciclista ammette che il ciclismo moderno richiede scelte precise. “Bisogna selezionare gli obiettivi stagionali e prepararsi al meglio per quelli,” spiega. “Non si può inseguire tutto.”

Il recente successo nell’eliminazione

Viviani ripercorre anche il suo recente successo nell’eliminazione, una disciplina che gli ha portato il quarto podio consecutivo dal 2021. “È decisamente la mia gara,” ammette. “Avrei potuto vincere il terzo titolo, ma ho corso diversamente, puntando tutto sulle gambe.” Nonostante il secondo posto, Viviani non ha rimpianti: “Ho gareggiato bene. Il danese Hansen è stato più veloce nello sprint finale, ma è comunque un ottimo risultato.”

Il futuro del ciclismo su pista in Italia

Riguardo al futuro del ciclismo su pista in Italia, Viviani è realistico ma ottimista. “Dopo aver raggiunto un certo livello, è difficile confermarsi o migliorarsi,” riconosce. Tuttavia, sottolinea che il focus del 2024 era l’evento olimpico, che ha portato tre medaglie per l’Italia. “Il bronzo del quartetto maschile era alla portata, se non fosse stato per quella caduta,” aggiunge.

Un periodo di transizione

Guardando avanti, Viviani vede un periodo di transizione per il ciclismo su pista italiano. “Nei prossimi due anni, perderemo alcuni corridori chiave come Milan e Ganna, che si concentreranno più sulla strada,” spiega. Tuttavia, vede una luce all’orizzonte. “Il settore junior sta dando segnali promettenti. Dobbiamo iniziare a ricostruire adesso, puntando su nuove forze per Los Angeles 2028.”

Il futuro personale di Viviani

Per quanto riguarda il suo futuro, Viviani spera di correre ancora un anno su strada e sogna di partecipare un’ultima volta al Giro d’Italia. “È una corsa che amo,” dice con passione. La porta con il team Ineos-Grenadiers rimane aperta, suggerendo che la sua avventura nel ciclismo non è ancora giunta al termine.

Un simbolo di longevità sportiva

Elia Viviani non è solo un simbolo di longevità sportiva, ma anche una fonte di ispirazione per il movimento ciclistico italiano. Mentre guarda al futuro, il suo messaggio è chiaro: l’Italia deve iniziare a costruire il suo domani oggi stesso. La passione e la dedizione che Viviani ha dimostrato sono un esempio per le nuove generazioni di ciclisti, chiamati a raccogliere il testimone e a portare avanti la tradizione di successo del ciclismo azzurro.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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