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Il destino delle vecchie auto a benzina e diesel nella transizione ecologica

La transizione ecologica è un tema che sta acquisendo sempre più rilevanza a livello globale, specialmente nel contesto della mobilità. Con l’avanzare delle tecnologie e delle politiche volte a promuovere l’adozione di veicoli elettrici, ci si chiede quale sarà il destino delle vecchie auto a benzina e diesel. In Europa, le vendite di auto elettriche a batteria hanno subito un calo significativo, registrando una diminuzione del 43,9% nell’agosto scorso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato solleva interrogativi non solo sul futuro delle auto elettriche, ma anche sul destino delle auto termiche che verranno sostituite.

L’impatto delle normative sulla mobilità

Con l’obiettivo di ridurre le emissioni e promuovere la sostenibilità, molti paesi stanno introducendo normative per disincentivare l’uso di auto a combustione interna. Tuttavia, la questione di cosa accadrà a milioni di vecchie automobili a benzina e diesel rimane aperta. Secondo un’analisi di Vox, i paesi ricchi potrebbero scegliere di esportare questi veicoli nei paesi in via di sviluppo, dove la domanda di auto è in crescita e le risorse economiche sono limitate. In questi mercati, le auto usate rappresentano un’opportunità per molte persone di accedere a un bene che, nei paesi sviluppati, è spesso dato per scontato.

Preoccupazioni ambientali e sociali

Il trasferimento di queste auto nei paesi in via di sviluppo solleva preoccupazioni ambientali. Spostare veicoli altamente inquinanti da un paese all’altro non contribuisce alla riduzione delle emissioni globali. Al contrario, potrebbe ostacolare gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico, poiché queste auto continuerebbero a emettere gas serra, compromettendo gli sforzi per creare città sostenibili e sviluppare sistemi di trasporto pubblico efficienti.

Un parallelo con i rifiuti elettronici

Il fenomeno delle esportazioni di auto usate ricorda il destino dei Raee, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Questi rifiuti vengono spesso esportati verso paesi in via di sviluppo, dove vengono smontati in condizioni di lavoro precarie per recuperare materiali preziosi. Un rapporto dell’Unep ha evidenziato che nel 2022 sono state esportate circa 3,1 milioni di auto usate, con un aumento rispetto ai 2,4 milioni del 2015. La maggior parte di queste auto proviene dall’Europa, dal Giappone e dagli Stati Uniti, e circa un terzo è destinato all’Africa.

Il mercato delle auto usate nei paesi in via di sviluppo

In molti paesi africani, le auto usate dominano il mercato perché le case automobilistiche internazionali inviano pochi veicoli nuovi e non stabiliscono facilmente stabilimenti di produzione locale. Questo scenario è comune anche in altre regioni in via di sviluppo, dove il prezzo accessibile delle auto usate le rende particolarmente attraenti. Tuttavia, molti di questi veicoli sono vecchi, danneggiati e altamente inquinanti, come ha evidenziato uno studio del governo dei Paesi Bassi, secondo cui molte auto esportate in Africa non possiedono un certificato di idoneità alla circolazione.

Politiche globali e il futuro della mobilità

L’espansione di questo mercato è guidata anche da paesi come la Cina, che ha recentemente rimosso le restrizioni sull’esportazione di veicoli usati. Questo cambiamento politico mira a stimolare la domanda di nuovi veicoli elettrici sul mercato interno, sostenuta da sussidi governativi e programmi di incentivi. In Norvegia, l’adozione di veicoli elettrici ha portato a un incremento delle esportazioni di auto a benzina usate, una tendenza che potrebbe essere replicata in altre parti del mondo.

L’Unione Europea ha fissato il 2035 come data per lo stop alla vendita di veicoli a benzina e diesel, una politica simile a quella adottata dal Giappone. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden punta a rendere la maggior parte delle nuove auto completamente elettriche o ibride entro il 2032. Se queste politiche porteranno a un aumento delle esportazioni di auto usate, si stima che potrebbero essere spediti fino a venti milioni di veicoli a benzina all’anno verso i paesi in via di sviluppo, un numero significativamente superiore ai livelli attuali.

Conclusioni

Il futuro della mobilità è quindi intrecciato con questioni di giustizia ambientale e sociale. Mentre i paesi ricchi si muovono verso un’adozione più ampia di veicoli elettrici, è essenziale considerare le implicazioni delle loro scelte sui paesi in via di sviluppo, per evitare che la transizione ecologica diventi una mera esternalizzazione dei problemi ambientali.

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