Mauro Tassotti è una figura leggendaria nel mondo del calcio, avendo trascorso gran parte della sua carriera a difendere i colori del Milan. Oggi, dalla sua posizione di osservatore privilegiato ed esperto, ha espresso opinioni chiare e decise su una delle questioni più discusse nell’ambiente rossonero: la gestione di Rafael Leao. Secondo Tassotti, lasciare il talentuoso esterno portoghese in panchina è un errore strategico, quasi un atto di masochismo da parte del club. Leao è un giocatore di tale importanza che il Milan non può permettersi di farne a meno, a meno che non ci siano motivi di salute o disciplinari concreti.
Tassotti sottolinea come, se la scelta di relegare Leao al ruolo di sostituto sia dettata da motivazioni tecniche, allora c’è un problema di fondo. Non crede alle cosiddette panchine “motivazionali” se non sono supportate da un chiaro disegno tattico. La presenza di un giocatore come Leao in campo è essenziale, e l’allenatore dovrebbe fare di tutto per metterlo nelle condizioni migliori per esprimere il suo talento. In un contesto di turnover, può avere senso dare riposo a un giocatore, ma non fino a sacrificare il potenziale offensivo della squadra.
L’assenza di Leao nello scontro contro il Napoli è stata particolarmente sentita. Tassotti si aspettava di vederlo in campo, sicuro che avrebbe potuto impensierire la difesa partenopea con la sua velocità e imprevedibilità. Non è solo una questione di attacco, ma anche di come la sua presenza può modificare l’assetto degli avversari, costringendoli a sacrificare risorse per contenerlo. In una squadra come il Milan, che ha ambizioni elevate, rinunciare a un’arma del genere sembra controproducente.
Un altro aspetto su cui Tassotti pone l’accento è la necessità di un equilibrio tra le caratteristiche offensive e difensive di Leao. È chiaro che non si tratta di un giocatore che eccelle nella fase difensiva, e l’allenatore deve lavorare su questo senza snaturare le sue qualità innate. È improbabile che Leao diventi un giocatore che si sacrifica con interventi difensivi estremi, ma ciò non significa che non possa migliorare il suo atteggiamento e la sua partecipazione senza palla. Tassotti paragona Leao a giocatori come Cassano, noti per il loro talento ma anche per una certa indolenza che deve essere gestita con attenzione dall’allenatore.
La gestione del talento di Leao non è solo una questione individuale, ma anche di squadra. Tassotti osserva come i compagni e lo staff tecnico possano avere un ruolo nel motivare il portoghese a esprimere tutto il suo potenziale. La comunicazione è fondamentale, e in questo senso un maggiore coinvolgimento da parte di Fonseca, connazionale di Leao, potrebbe fare la differenza. Tassotti si aspettava una maggiore sintonia tra i due, che avrebbe potuto facilitare l’integrazione di Leao nei meccanismi di squadra.
Parlando della squadra nel suo complesso, Tassotti non si limita a criticare la gestione di Leao. Evidenzia anche il problema dei troppi gol subiti, un fattore che mina le ambizioni del Milan. La difesa è un aspetto cruciale, e il team deve lavorare per ridurre le falle che permettono agli avversari di segnare con troppa facilità. Inoltre, la mancanza di un sostituto adeguato per Theo Hernandez è un’altra lacuna che andrebbe colmata.
Nonostante le critiche, Tassotti vede margini di miglioramento per la squadra sotto la guida di Fonseca. Il tempo per correggere gli errori e recuperare c’è, ma è necessario evitare di continuare a concedere vantaggi agli avversari. Con Leao pienamente integrato nel piano di gioco, il Milan potrebbe affrontare il resto della stagione con rinnovata fiducia e determinazione, sfruttando appieno il potenziale del suo attacco per superare le sfide che si presenteranno.
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