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Il Coni e il terzo mandato: 43 presidenti federali a confronto - ©ANSA Photo
In un periodo di cambiamento e evoluzione per il mondo dello sport italiano, un gruppo di 43 presidenti di federazioni sportive ha deciso di far sentire la propria voce. Hanno richiesto al Governo di rivedere le norme elettorali del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), affinché siano equiparate a quelle delle federazioni sportive. Questa iniziativa, formalizzata in una lettera visionata dall’agenzia ANSA, rappresenta un passo significativo verso la modifica delle attuali regole che limitano la possibilità di ricandidatura per coloro che hanno già ricoperto il ruolo di presidente per tre mandati consecutivi.
Attualmente, Giovanni Malagò, presidente del Coni, si trova in una situazione delicata poiché la legge vigente gli impedisce di ricandidarsi, essendo già giunto al terzo mandato. Questa problematica non riguarda solo Malagò, ma anche molti presidenti di comitati regionali, esclusi da un possibile rinnovo di mandato per la stessa ragione. La questione si complica ulteriormente poiché, delle 50 federazioni che operano sotto l’egida del Coni, tre enti pubblici – Aci (Automobile Club d’Italia), Aeroclub d’Italia e Tiro a segno – sono stati esclusi dalla lettera indirizzata al Governo. Ciò solleva interrogativi sulle motivazioni dietro a questa selezione e sulla rappresentatività delle istanze avanzate.
Il ruolo delle federazioni sportive
Le federazioni sportive italiane giocano un ruolo cruciale nel promuovere lo sport a livello nazionale e nella preparazione degli atleti per competizioni internazionali e olimpiche. La presenza di presidenti con esperienza e continuità alla guida di queste federazioni è vista come un fattore chiave per garantire un percorso di crescita solido e coerente. Pertanto, la richiesta di modifica delle norme elettorali si inserisce in un dibattito più ampio riguardante la governance nello sport e la necessità di stabilità nei vertici delle federazioni.
Divisioni tra i presidenti delle federazioni
Non tutti i presidenti delle federazioni hanno aderito a questa iniziativa. Tra i nomi noti che non hanno firmato la lettera ci sono:
- Paolo Barelli – presidente della Federazione Italiana Nuoto
- Maurizio Casasco – presidente della Federazione Medico-Sportiva Italiana
- Angelo Binaghi – presidente della Federazione Italiana Tennis, noto oppositore di Malagò
Queste assenze evidenziano la divisione esistente all’interno del panorama sportivo italiano e suggeriscono che le dinamiche politiche possano influenzare le posizioni dei presidenti.
Necessità di riforme e stabilità
La questione del terzo mandato non è nuova nel dibattito sportivo italiano. Negli ultimi anni, si sono susseguite discussioni riguardo alla necessità di riforme nel Coni e nelle federazioni, con l’intento di garantire maggiore trasparenza, efficienza e rappresentatività. Molti critici sostengono che il limite del terzo mandato possa essere visto come un’opportunità per rinnovare le cariche e portare nuove idee nel mondo dello sport. Tuttavia, i sostenitori della lettera dei 43 presidenti sottolineano che un periodo prolungato alla guida delle federazioni consente una pianificazione strategica a lungo termine e una gestione più esperta delle risorse.
La richiesta di revisione delle norme elettorali del Coni si inserisce in un contesto di cambiamenti legislativi e riforme che hanno colpito il settore sportivo. La Legge 86 del 2019, che ha introdotto significative modifiche alla governance dello sport in Italia, ha già avviato un percorso di modernizzazione. Tuttavia, molti chiedono un ulteriore passo avanti per garantire che le federazioni possano operare in modo più flessibile e dinamico.
Con l’anno olimpico che si avvicina rapidamente, la gestione efficace delle federazioni sportive è diventata una priorità assoluta. La lettera indirizzata al Governo non è solo una questione di politica interna, ma ha ripercussioni dirette sulla preparazione degli atleti e sull’immagine dello sport italiano a livello internazionale. La risposta del Governo e la sua disponibilità a rivedere le attuali norme saranno determinanti per il futuro del Coni e delle federazioni sportive italiane. In un momento in cui lo sport sta cercando di riprendersi dopo le sfide imposte dalla pandemia, la questione della governance assume un’importanza ancora maggiore.